Saggio vincitore dell'edizione 2018 del Premio letterario Amerigo delle Quattro Libertà promosso dall'Associazione Amerigo, un riconoscimento inteso a valorizzare quelle opere letterarie che si ispirino alle libertà fondamentali del convivere civile e della pace internazionale quali: la libertà di parola, la libertà di religione, la libertà dal bisogno e la libertà dalla paura.
Come viene scritto nelle motivazioni del premio: «Siamo di fronte ad un libro che vuole farci rileggere la storia del pensiero occidentale attraverso una "storia", la storia dell'idea di progresso e di civiltà. Così facendo, l'autore descrive e, al tempo stesso, smonta un pezzo alla volta la nostra idea di cambiamento sociale: nella cultura occidentale, il concetto di cambiamento rimanda a quello di sviluppo e lo sviluppo sociale viene di solito pensato in termini di crescita. Cambiare significa svilupparsi e crescere. Dietro a questa metafora per noi ormai radicata c'è l'idea che, come ogni essere vivente, anche gli Stati e le civiltà nascano, crescano, e, infine, finiscano. Per Nisbet, invece, l'evoluzione della società, il cambiamento, il progresso è il risultato di tante piccole e grandi contingenze, di eventi, di scelte, di persone. La storia è tutt'altro che predefinita, ma è sempre legata all'imprevedibile e all'individuale».
"Storia e cambiamento sociale" è la biografia di una metafora. Per più di due millenni il pensiero occidentale ha spiegato l'evoluzione sociale attraverso un'immagine presa in prestito dal mondo degli organismi viventi: la metafora della crescita. Così come una pianta nasce, cresce e muore secondo una sua dinamica interna, lo stesso accade per i fenomeni sociali. Questa impostazione è alla base di quella che Nisbet chiama la teoria "sviluppista", che ha caratterizzato gran parte delle riflessioni di filosofi, storici, letterati e sociologi, dai greci fino ai giorni nostri. Esiste infatti un nesso molto stretto tra la teoria greca dei cicli e quella moderna del progresso, entrambe figlie della stessa metafora e della medesima concezione della storia come sviluppo verso un fine. Prefazione di Sergio Belardinelli.
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