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Un ottimo libro che ci da una panoramica sulla storia più recente, dal dopoguerra al "dopo muro" dell'Europa. Buffo che leggendo di De Gaulle mi sia venuto in mente Sarkozy. Anche il generale voleva creare un asse franco tedesco in funzione antiamericana e l'Inghilterra già allora guatava con sospetto e riluttava ad unirsi troppo strettamente agli storici rivali preferendo la special friendship degli americani. Con l'uscita di scena di Adenauer finì anche la luna di miele sciovinista tra francesi e tedeschi. Nel cap. tredici l'autore descrive in poche righe, ma con efficacia, la progressiva "cetomedizzazione" dell'occidente negli anni 60, cioè lo sviluppo ed il consolidamento di una grande area sociale di classe media, "che pur mantenendo al suo interno notevoli differenze di reddito adotta valori comportamenti ed obiettivi comunI",la qual cosa cotribuirà al livellamento ed all'omogeneizzazione delle ideologie e dei programmi. Verranno meno gradualmente le differenze programmatiche tra maggioranza ed opposizione. A seconda dei paesi ormai il ceto medio costituisce il 60-80% del corpo sociale e ciò costringe i partiti di tradizione rivoluzionari a trasformarsi politicamente. Sopratutto in campo economico le politiche tenderanno ad uniformarsi, caratterizzandosi per una continua dilatazione della spesa pubblica al fine di creare il cosidetto, dispendiosissimo welfare state, che non da oggi è ormai in fase di severo ridimensionamento. Da questa tendenza alla convergenza di valori e programmi si staccheranno i movimenti della "nuova sinistra", schierandosi contro il nucleare, l'alienazione del lavoro industriale ed a favore dei diritti civili delle minoranze, nonchè antiimperialisti, anarchici ed ecologisti, sorta di no global ante litteram,da cui poi nasceranno il 68 ed il terrorismo politico degli anni 70.
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