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Mi dispiace ma non ci siamo proprio. Narrazione superficiale e grossolana, con conseguenti errori che si potevano benissimo evitare. Ad esempio tutta la storia della deposizione dell'Imperatore Maggioriano è stata completamente cambiata! La guerra gotica è narrata in modo superficiale e Totila, uno dei più grandi re goti, è appena accennato in una paginetta. Poi anche l'Italia dal 553 al 568 è riassunta in una paginetta in cui si dice solo che i Bizantini introdussero le tasse (facendo esempi nemmeno appartenenti all'epoca di Giustiniano, ma a quella di Maurizio), senza parlare in dettaglio della Prammatica Sanzione. Dell'invasione longobarda si dovevano spiegare in maggior dettaglio le cause. Il primo esarca era Decio, non Smaragdo che era il secondo. Non viene spiegato che il Tipo venne condannato da Papa Martino perché a suo dire favoriva il monotelismo e nemmeno che cosa sia il monotelismo. I motivi per cui Costante II venne in Italia vengono ridotti a "perché aveva paura degli Arabi"; ma se nel 659 aveva imposto proprio agli Arabi un tributo! I Bizantinisti ritengono che abbia deciso di trasferirsi a Siracusa proprio per affrontare gli Arabi in Occidente! In generale Costante II, rivalutato recentemente dalla bizantinistica, viene trattato una schifezza. Insomma narrazione frettolosa e con interpretazioni personali dell'autore e semplificazioni spesso erronee. Il consiglio: non fidatevi di Montanelli, se volete apprendere la vera storia leggete: Ravegnani, "I Bizantini in Italia"; Jarnut, "Storia dei Longobardi"; per l'età carolingia non ho comprato nessun libro, quindi non so come consigliarvi. Comunque libri di professori universitari sono sicuramente meglio di quelli di giornalisti divulgatori che commettono errori grossolani! Poi a uno poco esigente può piacere (lo stile è anche piacevole) ma chi vuole che la storia sia narrata in modo esatto e rigoroso un libro del genere è meglio che non lo legga proprio...
Posso capire che piaccia meno dei precedenti due, perchè appunto la storia è più buia, ma dire che è inferiore, no, non sono d'accordo. Qui, forse, Indro fa ancora maggiormente un lavoro di ordinazione e di chiarificazione, riuscitissimi, a mio parere.
Non è bello come i due precedenti, ma si legge comunque con piacere. Spicca la parte relativa all'Islam, bella veramente.
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