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Anno edizione: 2019
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Hansjörg Küster dispiega tutta la sua esperienza in una storia culturale che in questi critici tempi di cambiamento climatico è anche un ammonimento: solo un nuovo patto tra uomo e natura permetterà a entrambi di continuare a vivere.
Dal mito della foresta ai boschi "costruiti dall'uomo alle porte delle città. Una ricostruzione storica originale e per nulla scontata che ribalta la nostra concezione naturale del paesaggio.
Il bosco non è solo la quintessenza della natura, ma anche il prodotto della cultura, degli uomini che lo hanno plasmato curandolo e coltivandolo. Il mito del bosco naturale, selvaggio e immutabile è, perlopiù, solo una favola: rappresenta sì un porzione selvatica contrapposta al mondo civilizzato, ma ne è anche parte integrante. Come il paesaggio, anche il bosco è una costruzione umana, che subisce i cambiamenti naturali ma, soprattutto nel continente europeo, deve all’influenza dell’uomo, oltre alla sua esistenza, la sua evoluzione e la sua cura. Ecosistema complesso di animali e piante, il bosco non è un realtà immutabile e, come ci racconta Hansjörg Küster, necessita di continue attenzioni, cure e, paradossalmente, interventi da parte dell’uomo per sopravvivere. Küster dispiega tutta la sua esperienza in una storia culturale che in questi critici tempi di cambiamento climatico è anche un ammonimento: solo un nuovo patto tra uomo e natura permetterà a entrambi di continuare a vivere.Indice
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La storia ecologica e culturale dei boschi, dai primi alberi del Carbonifero alle odierne politiche di tutela. La trattazione è incentrata quasi esclusivamente sulla Germania e l'Europa Centrale (un intero capitolo è dedicato al nazismo). Qui il valore culturale dei boschi selvaggi è positivo e profondamente diverso che in Italia. È costruito sul ribaltamento dei fraintendimenti della Germania di Tacito, dove il mondo dei barbari era visto in opposizione ai valori dell'antichità classica, piuttosto che sulla loro effettiva conoscenza. Beneficia inoltre di molte amnesie storiche, che l'autore analizza a fondo. La maggior parte degli escursionisti italiani che conosco, invece, connota negativamente il bosco selvaggio, preferendovi in genere i boschi coltivati o la montagna dal piano alpino in su. Vi sono tuttavia anche delle similitudini con la nostra situazione, come ad esempio i grandi rimboschimenti successivi all'abbandono dell'agricoltura sui terreni marginali, che dall'Europa centrale sono arrivati qui insieme all'industrializzazione, seppure in ritardo.
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