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Anno edizione: 2020
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Mi si spezza sempre il cuore al pensiero della Palestina e di Israele. E leggere delle crudeltà subìte dai Palestinesi fin dal 1948 mi intristisce. Un libro forse più interessante dalla parte storica che dalla parte romanzata.
Il libro racconta una bella storia d’amore e di famiglia negli anni dell’esodo palestinese dopo la fondazione dello Stato di Israele, nel 1948, quando più di 700.000 arabi palestinesi furono costretti ad abbandonare città e villaggi, o ne furono espulsi, e successivamente si videro rifiutare ogni diritto al ritorno nelle proprie terre. Pur ripercorrendo gli esiti drammatici del conflitto arabo-israeliano, la scrittura raramente assume toni di lamento o recriminazione, al contrario sono tenerezza e ironia a fare da sfondo alla vicenda, che nel complesso è ammantata di una certa sobrietà, di una leggerezza che è evocata dal volo degli aquiloni nei giorni di festa. In questo contesto i protagonisti cercheranno di tessere il proprio destino, ma sarà il destino a strappare e ricucire le loro sorti, come a ricomporre un equilibrio interrotto: perché “a ognuno il suo destino, in questo mondo”. Voto 4,5.
La sensazionale, ironica e energica scrittrice palestinese migliora di libro in libro. E se Damasco e Golda ha dormito qui non vi avevano convinto di quanto Suad Amiry valesse, eccovi l'ennesima prova della sua immensità. Si può parlare della tragedia palestinese facendo anche sorridere? Assolutamente sì. Una semplice storia d'amore all'apparenza banale, nata nei primi anni quaranta in Palestina tra un ragazzino, Subhi, e una giovanissima adolescente, Shams, è destinata a infrangersi nel muro della Nakba (la catastrofe che portò quasi un milione di palestinesi ad abbandonare le loro terre a causa della fondazione dello Stato di Israele, che accolse da tutto il mondo milioni di ebrei provenienti da altre nazioni). La prima parte, quella narrata dal punto di vista del ragazzo parte in maniera più ironica e solare per poi trasformarsi in una tristissima vicenda di perdita. Perdita materiale di villaggi, case, abiti e persone, ma anche di identità. E' proprio infatti la perdita di identità il tema della seconda parte, dedicata a Shams. Il libro che tutti gli insegnanti e le insegnanti dovrebbero far leggere nelle scuole.
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