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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2016
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recensione di Castelnuovo, G., L'Indice 1998, n. 3
Fin dal 1296 il comune di Siena incaricava vari artisti da lui stipendiati, dai più famosi Lippo Memmi o Simone Martini a un semplice maestro Mino il cui ricordo è oggi assai sbiadito, di dipingere ad affresco, su un muro esterno della Cappella Nova dell'Arciconcistoro, in pieno Palazzo Comunale, un'immensa immagine di san Cristoforo, il traghettatore, che portava in salvo il piccolo Gesù. Il Cristoforo rimasto, opera di Taddeo di Bartolo nel 1407, è alto circa cinque metri. I san Cristofori urbani non sono soltanto cristiani bensì pienamente cittadini, dipinti come sono all'interno di un palazzo comunale, o sulle mura della "civitas", da Verona, a Foligno, a Città di Castello. Si tratta di altrettanti esempi di un'ideologia urbana fondata sia sulle sue mura - simbolo al contempo di definizione e di protezione - e sulla partecipazione della maggioranza degli abitanti al governo comunale - sia su un comune sostrato pittorico e religioso. Questo è il mondo cittadino, fiero della propria identità (o alterità) urbana e sviluppatosi fra Due e Quattrocento nell'Italia centro-settentrionale, che Chiara Frugoni intende descrivere.
Il suo scopo non è tanto ripercorrere la genesi e gli sviluppi della società e delle istituzioni urbane, fra consoli e statuti, franchigie, podestà o principi rinascimentali, quanto ricostruirne alcune sue implicazioni quotidiane, corollari di un'identità propriamente cittadina. In questo lavoro due sono i suoi modelli. L'uno è recente e si configura, sin dal titolo, come spunto generatore dell'intera opera: si tratta di due brevi scritti di singolare chiarezza di suo padre Arsenio, degli anni cinquanta ("Storia di un giorno in una città medievale", "Storia della città in Italia"), che, raccolti in un'unica introduzione, subito indicano le grandi direttrici del libro. L'altro è più antico, addirittura medievale: il nesso ripetuto e necessario tra parola scritta e parola "picta", fra la documentazione utilizzata e le sue interpretazioni da parte degli storici. Come in alcuni affreschi medievali dove il "titulus" scritto contribuiva a spiegare, al di sotto dei personaggi, sugli oggetti raffigurati, nei codici tenuti in mano da santi e profeti, il messaggio dipinto, così in questo lavoro testo e illustrazioni si rincorrono, completandosi a vicenda.
In verità la documentazione pittorica non è l'unica fonte alla quale l'autrice attinge per descrivere i vari ambienti della città medievale, fotografandone a volte con maggiori dettagli alcuni personaggi chiave, dai medici e dalle farmacie complete di ex voto da acquistare in caso di avvenuta guarigione, ai "maiali spazzini" e alle battaglie fra gatti e topi del terzo capitolo; da mercanti e banditi a madri e maestri di scuola; dai numerosi santi, patroni della città e delle sue attività o protettori dei bambini come san Nicola - il futuro santa Claus-Babbo Natale -, a protagonisti inanimati ma non per questo muti, mura e campane ad esempio. Oltre a un'iconografia specialmente italiana e toscana (fra tutti il "Buongoverno" senese di Ambrogio Lorenzetti, ma anche l'insieme di miniature delle "Cantigas de Santa Maria" del re castigliano Alfonso X il Saggio), le fonti-fondamenta del libro comprendono numerosi rinvii letterari, innanzitutto toscani, dal "Decameron* del Boccaccio (con le sue diverse illustrazioni) alle "Trecento novelle" del Sacchetti, per finire con vari statuti comunali e alcuni "exempla" di predicatori.
I giorni urbani di Arsenio e Chiara Frugoni sono soprattutto giorni del comune, albe, mattine e sere italiane con forte tinta toscana dal XIII al XV secolo. Al loro centro la vita comunale matura, fra il 1290, quando le autorità senesi ordinarono la mattonatura delle strade urbane mentre nelle prediche mendicanti apparivano le più precoci testimonianze di occhiali e il primo san Cristoforo ornava il Palazzo Comunale, e il 1309, quando - siamo sempre a Siena - si ordinò, per ragioni igieniche, di abbattere balconi e ballatoi superflui: e ciò contribuì anche a migliorare la luminosità di vicoli fino ad allora rischiarati prima di tutto dagli incendi come quello, ancora una volta senese, del 1302.
La parte centrale del libro, la terza, "Dentro la città", descrive così quello che è stato lo "zoccolo duro" della città medievali, soprattutto per molti storici italiani, ossia la quotidianità comunale fondata su sentimenti esclusivi di appartenenza e di partecipazione collettive. Su di esso s'innestano, a raggiera come in molti esempi urbanistici coevi, altri brevi capitoli di complemento: a monte l'entrata in città, fra porte, mura e san Cristofori; a valle le entrate nella vita, con bambini urbani cui si insegna a leggere e scrivere, e bambini divini, "in primis" Gesù nelle sue culle a dondolo o nelle braccia di Maria, uno dei modelli infantili più spesso rappresentati nell'iconografia medievale.
Un libro da leggere, dunque, nei suoi testi e nelle sue immagini, fra le righe delle sue novelle e quelle delle sue miniature, un'opera che suscita anche, e spesso, nuove curiosità e ulteriori domande. Com'erano le altre città medievali, nel tempo e nello spazio? come si collegavano questi modelli di vita quotidiana nelle scelte politiche e sociali della collettività urbana? quanto influirono le evoluzioni istituzionali e gli sviluppi economici sulle vicende di queste comunità cittadine? Attendiamo che Chiara Frugoni continui a raccontarci altre storie, altri giorni, altre immagini.
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