Storie della terza guerra

Nato alla fine degli anni 50, ho solo una vaga memoria dei danni che la guerra fece a Bologna qualche casa che a me pareva solo cadente ed invece era ancora da ricostruire (d’ altronde ¾ delle abitazioni bolognesi furono distrutte o lesionate…) . Ben più forti sono i ricordi legati ai danni alle persone. La mia famiglia aveva vissuto distruzioni, lutti, deportazioni e soprusi e sebbene fosse una famiglia rimasta unita, bastava una domanda di quel bambino curioso che ero per scatenare una catena di ricordi, aneddoti, storie, che più tardi trovai, in versione più o meo epica, nei libri. Esistevano quindi ferite e danni da guerra che non si potevano rimarginare. Sono quelle ferite che colpiscono il nostro modo di essere, un quotidiano costruito e consolidato. Le nostre certezze. Una storia di disillusione raccontata attraverso le vicende di sei amici divisi, per scelta o per forza, dalle vicende belliche. Colombari racconta questo difficile pezzo della nostra Storia senza pregiudizi e attingendo a piene mani dalle memorie, orali e scritte, di suo padre che è infatti coautore del libro. Ne viene fuori un affresco dove, ancora una volta, Bologna è la grande protagonista non con le sue suggestioni medievali a cui l’autore ci aveva abituato ma con le sue ferite e difficoltà.