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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2003
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Si salvano giusto 4-5 racconti. Quelli che mi sono rimasti più impressi sono stati "Una sirena scopareccia" e "Animali in libertà" che trattano rispettivamente di necrofilia e zooerastia. "6 pollici" è un po' kafkiano, un po' gogoliano. "Una macchina da fottere" un po' asimoviano. Tutti gli altri sono assai discutibili se non fosse per alcune riflessioni interessanti del tipo: duemila anni di cristianità buttati sotto i piedi perché ci sono ancora guerre, bombardamenti, rapine, gente che fa del male al prossimo senza un motivo valido, giovani che si drogano perché rimasti delusi dal cristianesimo e dal comunismo che non hanno fornito risposte adeguate. Libro banale e ripetitivo. Forse il film sarà più bello. Ho definito "Una macchina da fottere" un po' asimoviano perché in quel racconto vi è una donna umanoide di nome Tania che prova sentimenti amorosi nei confronti di un essere umano, il che (teoricamente) non dovrebbe essere possibile in quanto si tratta comunque di un robot, e i robot non possiedono un'anima o una coscienza.Tutto qui. Vi è, inoltre, descritta una scena esilarante e macabra allo stesso tempo che solo un malato di mente come Bukowski poteva partorire: la stessa Tania farà morire dissanguato un uomo perché (semplicemente) non l'attira, strappandogli dal suo corpo la nerchia e i testicoli durante un rapporto sessuale. Davvero un atto crudele e raccapricciante in totale violazione della Prima Legge della robotica. Asimov ci avrebbe riso sopra.
primo libro letto di Bukowski, su consiglio di un amico, e probabilmente anche l'ultimo.lo ritengo un libro scritto da una mente delirante e che quindi solo quella mente può capire (forse).Probabilmente mi attirerò qualche sguardo torvo ma non consiglierei a nessuno di usare il proprio tempo per leggere questo libro, ci sono autori "classici" molto migliori
che dire è il mio autore preferito e non mi stanco mai di leggere le sue pungenti e stravaganti punti di vista sulla società e i suoi costumi, gemiale
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