Occidente tra dubbi e paura

E’ un libro postumo, uscito una prima volta pochi mesi dopo la scomparsa di Garboli in edizione privata; poi è stato ristampato. Garboli non è stato solo un critico letterario geniale, dalla prosa affascinante e personalissima, ma anche un grande scrittore civile, come testimonia il tardo libretto “Ricordi tristi e civili”. Bene hanno fatto perciò gli amici a raccogliere questi interventi sparsi, lasciando a chi legge la discrezione di goderseli senza paragonarli agli straordinari “Ricordi”; si tratta infatti di materiali eterogenei: due contributi dei primi anni 70, tra i quali quello su Natalia Ginzburg, bellissimo, era stato già raccolto nel libro precedente, e poi interviste e interventi degli ultimi anni di vita di Garboli, quelli dell’attentato alle Twin Towers e altre contingenze assai delicate. Ci si ritrova il Garboli creativo e rigoroso anche quando si occupa di temi politici, osservatore acutissimo di fatti di costume, saggio non rassegnato, capace di indignazione rattenuta, tutta raccomandantesi all’intelligenza del lettore. E una perla nell’ultimo intervento, poche settimane prima della morte: un ritratto indimenticabile di Bruno Vespa, che invade ed espropria un pezzo sulla diplomazia vaticana. Un pezzo di alta letteratura.