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Le storie di William Shakespeare - Leon Garfield - copertina
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Le storie di William Shakespeare - Leon Garfield - copertina

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Le storie di William Shakespeare

Dettagli

3
1991
1 gennaio 2002
280 p., ill.
9788885990012

Voce della critica


scheda di Solly, M., L'Indice 1992, n. 5

"Tales from Shakespeare" dei fratelli Lamb, pubblicato a Londra nel 1807, fu ideato per rendere familiari ai giovani inglesi le storie contenute nelle commedie di Shakespeare. Ebbe un successo enorme e lo mantiene ancora oggi: negli anni ottanta Signorelli, Sellerio, La Scuola e Mursia ne hanno pubblicato versioni italiane.
Leon Garfield è autore di circa trenta libri per ragazzi: racconti storici, rielaborazioni di grandi opere: questo suo libro "Le storie di William Shakespeare" è molto diverso da quello dei Lamb anche se ne condivide le stesse finalità. Garfield scrive per un pubblico contemporaneo con concezioni diverse da quelle dei Lamb nel 1807, che si possono riconoscere già dalla selezione delle opere presentate nelle due raccolte. Allora i Lamb decisero di ospitare "Pericles" e "Cymbelline" che oggi non sono considerate importanti mentre nessun'opera storica venne presa in considerazione. Garfield invece sceglie "Riccardo II" con il suo tema affascinante della monarchia assoluta e del regicidio e "Enrico IV - Parte prima", con il problema dell'adolescente principe Hal e della sua accettazione della responsabilità di erede al trono. Non sono state incluse le due commedie "Riccardo III" e "Enrico IV" anche se legate a film di interesse internazionale. La trattazione di alcune commedie è molto diversa nelle due collezioni. La versione dei Lamb del "Sogno di una notte di mezza estate" taglia l'intera affascinante scena dei lavoratori ateniesi e la loro interpretazione della storia di Piramo e Tisbe. Nonostante tutte le idee rivoluzionarie di Godwin, Coleridge, Wordswoth ecc. e nonostante la rivoluzione francese e la rivoluzione industriale e i movimenti popolari sia in Inghilterra che altrove, la raccolta dei Lamb ignora quasi del tutto la 'low life' delle commedie di Shakespeare e si concentra quasi esclusivamente sulla 'high life'. Forse perché il libro era destinato ad un pubblico soprattutto di giovani borghesi in un'Inghilterra ancora in guerra contro Napoleone. Garfield invece mette in scena i becchini e la famosa scena con il teschio di Yorick (Amleto) con le divertenti battute cui siamo abituati e la nutrice di "Romeo e Giulietta" conserva il ruolo comico dell'originale appunto perché l'umorismo di Shakespeare si trova soprattutto nelle scene di 'low life'. In generale Garfield è molto più fedele all'originale salvo quando l'interpretazione subisce l'influenza del teatro moderno come nel caso del ruolo di Rosencrantz e Guildenstern nell'"Amleto" oggi molto più centrale. All'inizio di ogni commedia, nessuna delle due raccolte possiede purtroppo un elenco dei personaggi ('dramatis personae'), ma nel libro di Garfield ci sono alcune brevi note storiche nell'indice che sono allo stesso tempo interessanti e di aiuto, specialmente nel caso delle commedie storiche o di quelle come "Macbeth" ambientate nella storia.

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