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È il racconto di fatti in parte realmente accaduti nella Sicilia dell’Ottocento. La Mostarda di Donna Maddalena. È la storia di un patriota di Militello Val di Catania, eletto nel parlamento siciliano del 1812 ed in quello di Napoli nel 1848. La sua attività politica si intreccia con due vicende sentimentali senza lieto fine. La prima a Palermo con una giovane sposa, sorella di un amico. La seconda nella città natia, a cinquanta anni, con una vedova che dopo tanti tentennamenti non vuole sposarlo. A rendere complicata la sua esistenza non sono solo le disavventure sentimentali, ma anche quelle politiche e accademiche. Subisce un periodo di esilio e non può accedere alla cattedra universitaria per il suo passato antiborbonico. Contesa per un confine. Una controversia sorge tra due importatnti famiglie calatine per la divisione di un feudo a seguito dei provvedimenti di soppressione della feudalità in Sicilia, promulgati nel 1812. A disfarsene era Caterina Branciforte dei Principi di Butera, ricordata per la sua bellezza e per le seconde nozze con il diplomatico inglese Welling, venuto a Palermo negli anni in cui la lega antinapoleonica aveva affidato agli inglesi la protezione dell’isola. Il dissenso si protae per più generazioni solo per una questione di principio. Illecite vicende sentimentali, matrimoni e antagonismi politici rendono assai intrigante l’intera vicenda. A Polisa di San Biagio prende nome da un biglietto della lotteria che i Borbone indissero nel 1812 per far fronte alle spese di mantenimento dele truppe inglesi, inviate in Sicilia con l’intento di prevenire l’espansione napoleonica. La fortuna arrise ad un biglietto acquistato dal clero della chiesa di San Biagio di Viscalori. La rendita annua di 207 once che derivava dalla vincita innestò un contrasto tra opposte fazioni del clero locale. A fomentarlo contribuirono antichi rancori per singolari vicende sentimentali occorsi tra le famiglie di appartenenza di due prelati.
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