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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2006
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Lettura scorrevole e piacevole. Gestiti molto bene i cambiamenti di scenario nei passaggi da descrizioni/narrazioni di personaggi del passato al presente dell'autore in viaggio per raccogliere materiale per il libro - transizione che si riflette nel confronto tra Samoa di ieri e Samoa odierne. Senza un esplicito intento descrittivo, piu con rapide pennellate che con spiegazioni sistematiche, riesce a creare una rappresentazione completa dell'atmosfera del luogo, fondendo la sua storia passata, l'immaginario di chi ne ha fatto luogo d'elezione (come Stevenson) e dei molti che vi si sono recati sulla scia di altri (l'incredibile folla di personalità di spicco che hanno raggiunto Apia in pellegrinaggio come tributo al grande scrittore scozzese) e le contraddizioni del mondo contemporaneo, in bilico tra abitudini tradizionali e vocazione turistica e filo-occidentale. Un paio di frasi di sapore inconsapevolmente colonialista fanno alzare il sopracciglio, ma sono in fondo un utile specchio per riflettere sul nostro sguardo su altri mondi. Non pregiudicano comunque una lettura complessivamente molto godibile, infarcita anche di riflessioni sentenziose ma interessanti. Tra l'altro, in italiano non esiste nessun titolo paragonabile a questo, che unisca cioè informazioni sulle Samoa senza essere una guida turistica, sulla sua storia senza essere un trattato di antropologia, e che abbia un'inconfondibile vocazione letteraria senza essere di un secolo fa. Quindi, andando a riempire un vuoto bibliografico, gli si perdona molto, e resta un libro caldamente consigliato.
Recensioni
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Dopo aver raccontato le isole Marchesi e le Mauritiusin Addio Eden e Tropico dei sogni, Ambrogio Borsani ripercorre le Samoa sulle tracce di grandi scrittori, artisti, antropologi e avventurieri sbarcati sulle isole, chi per esplorare l'altra parte del mondo, chi alla ricerca di un altrove sognato. Sono figure che Borsani guarda da vicino, narrandole con intelligenza in diciassette coinvolgenti storie di cronaca e creazione letteraria. A Upolu, in cima al monte Vaea, sopra il porto di Apia, è sepolto Robert Louis Stevenson. Sono stati gli indigeni a segnare il sentiero, a portare a spalle il feretro e a costruire la tomba a forma di casa come ultimo omaggio a Tusitala, "il narratore di storie". Lo scrittore scozzese era sbarcato qui già famoso in tutto il mondo e si era fatto amare anche per il suo impegno in difesa degli indigeni: "Samoa ai Samoani" ripeteva, rischiando la deportazione, nel periodo in cui la febbre coloniale era al suo zenit. Stevenson è proprio il fil rouge che lega alcune delle storie più affascinanti del libro perché attira nelle Samoa alcuni tra gli spiriti più inquieti dell'Ottocento. Sette anni dopo la sua morte inizia il pellegrinaggio alla tomba. Il primo occidentale è Marcel Schwob, raffinato e malandato intellettuale parigino: ha navigato due mesi per rendere omaggio a Stevenson, ma è troppo malato per scalare il Vaea e ne approfitta per scrivere infuocate lettere d'amore alla moglie, Marguerite Moreno, la "musa del simbolismo". È poi la volta di John Griffith, che vuole esperienze da tradurre in letteratura e rendere omaggio a chi lo ha preceduto nel Pacifico. Quando era povero aveva inutilmente provato a imbarcarsi come cameriere di bordo, adesso è Jack London, si è fatto costruire una nave, lo Snark, e solca il Pacifico sulle orme di Melville. Anche Somerset Maugham, a Samoa con un incarico di spionaggio, sale in cima al monte Vaea. Viaggia insieme al compagno Gerald Haxton, incontra un broker americano che gli farà guadagnare una fortuna e trova quelle esistenze "abbandonate al corso del destino" che gli ispirano i capolavori Rain, Mackintosh e Red. A Upolu nasce l'intraprendente faccendiera Emma Coe, Queen Emma, che acquista intere isole per poche casse di tabacco e fonda un impero commerciale; qui sbarcano l'antropologa Margaret Mead, il duca Caffarelli, e di fronte all'oceano, Erick Scheurmanncontrappone, in Papalagi, la follia della cultura occidentale al ricorrente mito del buon selvaggio, quando è appena iniziata la prima guerra mondiale.
Silvia Lorenzi
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