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scheda di Bellofiore, R., L'Indice 1989, n.10
Le scienze sociali sono da tempo divise tra l'assunzione dominante di individui la cui razionalità consiste nel perseguimento egoistico del proprio interesse, e dunque nell'apprezzamento positivo della competizione, e il riconoscimento che in molte circostanze la cooperazione è desiderabile - il che non toglie che essa sia spesso difficilmente perseguibile quali che siano le motivazioni degli agenti. In questo libro, che raccoglie i testi rivisti di seminari svoltisi a Cambridge nel 1985-86 e che ha i pregi ma non i difetti dell'interdisciplinarietà si affronta quel fenomeno elusivo ed in qualche modo intermedio che è la fiducia reciproca. L'aspettativa che gli altri si comportino in modo benefico, o almeno non dannoso, se non è cieca od unilaterale, è un prerequisito della cooperazione: essa è tanto più necessaria quanto maggiore è l'incertezza e assenti modi coercitivi di imporre il rispetto degli accordi. Inoltre, sembra dubbio che la fiducia si produca spontaneamente come sottoprodotto di un improbabile emergere evolutivo di comportamenti cooperativi; mentre capita che più fiducia c'è più tende ad essercene: ha senso dunque tanto un atteggiamento attivo di promozione della cooperazione quanto una moderata fiducia nella fiducia. Il volume è ripartito in due sezioni, la prima di taglio teorico - con saggi di filosofi (Bernard Williams), biologi (Patrick Bateson), economisti (Partha Dasgupta), teorici della politica (John Dunn, Niklas Luhman), socio-psicologi (David Good) ed altri - e la seconda di illustrazioni empiriche - le reti informali di subappalto nell'industria francese contemporanea (Edward H. Lorenz), la società islamica tradizionale (Ernest Gellner),"i costi della sfiducia", nella Sicilia della mafia (Diego Gambetta), ed altre ancora.
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