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Un libro importante, denso e profondo, di una poesia che scava se stessa alla ricerca della verità, ultima o approssimativa, di una parola-comunque-che sia rivelatrice d'altro.Poesia radicata nel dolore, che è di tutti, della natura, del mondo e della storia. Una storia che ci precede("gli scomparsi",tanto citati in questi versi: dai primi abitanti della terra ai soldati con le corazze dello stesso argento del cielo, dai genitori suicidi alle vittime di ogni violenza); una storia illuminata da flash improvvisi ,incubi e allucinazioni: paesi sterminati dai nazisti, stragi e attentati, macerie, mutilazioni. Partendo dai sacrifici animali dei riti antichi per arrivare all'undici settembre,descritto con analiticità quasi scientifica, a evitare qualsiasi retorica o abuso di commozione. Non c'è traccia di innocenza, in questi versi:sentimenti e corpi vengono disarticolati con asciutta compunzione,con anatomica precisione. Non troviamo sguardi,carezze,capelli:la fisicità è fatta di crani,tendini,vertebre,viscere,atlanti cerebrali,e la nudità della sostanza di cui siamo composti ci condanna senza scampo a un destino di annullamento,di silenzio eterno: "Siamo l'effetto di un contratto/provvisorio tra la materia e il nulla". Non si può certo parlare di freddezza,per queste poesie così severamente e tranquillamnete disperate; esse esprimono una loro sacralità paganeggiante,vibrando orgogliosamente di una voce perentoria, declamata,alta e severa,del tutto laica,nonostante i numerosi riferimenti evangelici.Poesia visionaria e misteriosa,ma estranea al sentimento del fantastico e dell'immaginoso: invece concreta e dura nel dichiarare l'ingiustizia di una condanna alla mortalità,alla sofferenza. C'è insomma questa amara consapevolezza del nostro comune destino, di noi piccoli episodi transeunti nella indifferente e grandiosa vicenda universale. A questo sconfortato senso di disfacimento della materia, la poetessa può e sa opporre solo la potenza inclemente di suoi versi.
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