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scheda di Bellofiore, R., L'Indice 1992, n.11
L'interpretazione più comune dell'attuale crisi dell'economia italiana è che il problema principale consiste nell'eccessivo debito pubblico. È lì l'origine degli elevati tassi d'interesse, causa a loro volta di quella sopravvalutazione della lira che solo recentemente è stata messa in questione dai mercati. Se l'alto costo del denaro è una calamità determinata dai disavanzi pubblici, soltanto riducendo questi ultimi si può ridurre il tasso d'interesse. Nel libro curato da Giannola e Marani è possibile individuare una sequenza opposta. La ragione principale degli alti tassi d'interesse non sta nel disavanzo e nel debito pubblico, ma piuttosto in due obiettivi che la Banca d'Italia ha perseguito nel corso degli anni ottanta, entrambi con il medesimo strumento, appunto gli alti tassi d'interesse (sui titoli di stato). Il primo obiettivo riguardava l'arrivo di un consistente afflusso di capitali esteri, tale da rendere forte la lira nonostante le "partite correnti" fossero in rosso, e tale quindi da spingere le imprese alla razionalizzazione. Il secondo obiettivo era il contenimento della crescita dell'offerta di moneta, e per questa via la riduzione del tasso d'inflazione. L'utilizzo di un solo strumento, il tasso d'interesse, per ottenere due scopi, il riequilibrio dei pagamenti con l'estero e la stabilità monetaria, ha fatto sì che il livello del costo del denaro si sia situato a livelli più elevati di quelli che sarebbero stati necessari per raggiungere un obiettivo solo. Più in generale, sostengono gli autori, è stata la dinamica del tasso d'interesse voluta dalle stesse autorità monetarie a determinare l'esplosione del debito pubblico e del debito estero, non viceversa. Solo una politica che renda possibili sostanziose riduzioni nei tassi d'interesse potrebbe dunque migliorare i conti dello stato, che sono già in pareggio al netto degli interessi, abbattendo gli oneri finanziari; e potrebbe rendere meno pericoloso il debito estero. Il libro contiene un'analisi documentata e controcorrente dei fatti della situazione italiana.
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