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Si riportano gli atti del convegno pisano svoltosi l’1-2 dicembre 2006, con contributi multidisciplinari, alcuni ottimi, altri meno interessanti. Alcuni si concentrano su singoli aspetti, altri allargano la visuale. Vedasi la teologia per l’India di Monchanin dove l’ottimismo teilhardiano (la sua relativizzazione del male) nasceva dalla “convinzione che ci fosse una sorta di necessità escatologica e soteriologica di compiere un passaggio storico attraverso la materia ed il negativo in genere”, poiché per lui “la sofferenza era la condizione e il prezzo dell’evoluzione” (P.Trianni). Altri temi toccati sono: l’insistenza della nozione di emergenza evolutiva; il rifiuto del dualismo; l’ottimismo cosmico; “il progresso della complessità che si traduce in approfondimento centrico. Non semplice somma ma sintesi”; la centrologia che coniuga le precedenti teorie al paradigma ecologico (la teoria degli strati dell’essere reale e la teoria dell’olismo) con l’aggiunta di una causa finale, cioè di un significato preciso di tutto il processo di cosmogenesi, che è la convergenza al punto Omega; ovvero il muovere verso la complessità e la coscienza, il punto Omega (momento della seconda venuta di Cristo). Per Teilhard “la materia si vitalizza e la vita si spiritualizza”, La termodinamica e i sistemi chiusi cioè isolati, non costituiti dagli esseri viventi che scambiano con ambiente energia e materia (sistemi aperti), compensando l’aumento di ordine e complessità col degrado energetico delle sostanze che vengono metabolizzate. Il grande progetto di Teilhard era la riconciliazione tra materia e spirito in un quadro evoluzionistico, osteggiata sia dai materialisti che dagli idealisti e pure dalle gerarchie ecclesiastiche, mentre poteva superarsi quel dualismo tra fede e ragione che non sono contrapposti ed irriducibili (L.Angeloni).
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