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La televisione spiegata al popolo - Achille Campanile - copertina
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La televisione spiegata al popolo - Achille Campanile - copertina
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Descrizione



Nuova edizione con un inserto fotografico dei personaggi televisivi raccontati dall'autore

«Era un momento in cui non si sapeva bene cosa fosse la televisione e tanto meno la critica che la riguardava, ma qualcuno aveva già capito che il nuovo mezzo si stava sostituendo alla vita e solo un grande scrittore 'mondano' come Campanile avrebbe potuto coglierne i nessi più strambi e segreti» - Aldo Grasso

Quando Campanile comincia a scrivere le sue critiche per l'"Europeo", cui collabora dal 1958 al 1975, la televisione è nata da solo quattro anni: non si sa cosa sia, non si sa come funzioni. Nel corso di questo ventennio, scemato via via l'entusiasmo iniziale, Campanile lentamente si disamorerà del nuovo mezzo di comunicazione, di cui criticava, col consueto, impagabile acume, la moda dei telequiz, le annunciatrici tutte uguali o l'arroganza dei produttori, convinti di starsi rivolgendo unicamente a un pubblico poco più che analfabeta. L'antologia qui riproposta raccoglie le sue opere settimanali che si offrono oggi come una fonte per gettare uno sguardo sui programmi che hanno fondato la televisione italiana, per cogliere il senso della messinscena che la civiltà di quegli anni involontariamente apprestava. Campanile fu tra i primissimi a doversi confrontare, da critico e umorista a un tempo, con uno strumento versatile, ma di cui ancora non si conoscevano né la natura né le potenzialità né, ovviamente, quale poteva essere la sua incidenza sui costumi degli italiani. Si è trovato insomma a doversi 'inventare' un mestiere, e in questo mestiere ha messo tutta la sua capacità di cogliere vizi segreti, tic e distorsioni di un popolo.
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Dettagli

2016
Tascabile
17 novembre 2016
XXI-461 p., ill. , Brossura
9788845283222
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Indice


Indice

Manuale di recensione di Aldo Grasso
Nota a questa edizione
Prefazione
di Indro Montanelli

I. 1958
II. 1959
III. 1960
IV. 1961
V. 1962
VI. 1963
VII. 1964
VIII. 1965
IX. 1966
X. 1967
XI. 1968

Appendice
Nota
di Oreste Del Buono
Indice analitico delle trasmissioni

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Nastikata
Recensioni: 4/5

Nel 1956 Achille Campanile, noto per le sue opere letterarie di anteguerra, cominciò a tenere una rubrica sul Corriere d'Informazione, pasando poi nel 1958 all'Europeo dove l'avrebbe tenuta fino a un paio d'anni prima di morire: così facendo inventò, almeno per l'Italia, il mestiere di critico televisivo. Questa raccolta di alcuni tra i suoi interventi mostra indubbiamente lo stile del nostro; non aspettatevi delle recensioni, quanto una critica nel senso negativo del termine, quasi un "gli è tutto sblagliato, gli è tutto da rifare". Addensare così gli interventi dà purtroppo una certa qual ripetitività; è comunque chiaro che per Campanile la televisione dovrebbe essere soprattutto fatta di dirette - altrimenti c'è il cinema, no? Memorabili i racconti sul replay e sul videoregistratore - e visto che era un monopolio dovesse comunque presentare tutte le voci e non uniformarmi al basso, che poi rispetto a quello che abbiamo adesso era stratosferico; ad esempio stronca Biblioteca di Studio Uno. quella delle scenette con il quartetto Cetra. I calembour naturalmente si sprecano, a fianco delle considerazioni su come gli sceneggiatori delle riduzioni televisive dei famosi romanzi stravolgessero le storie originali e dei lamenti - presumo pro domo sua - sulla vergogna che il diritto d'autore decadesse solo cinquant'anni dopo la morte dell'autore stesso, che così non può lasciare una rendita al proprio figlio natogli in tarda età. In mezzo a tutto questo, una pagina insolitamente lirica, in occasione della morte di Mario Riva, che era separato e lasciò un figlio dalla sua compagna; Campanile, anch'egli in una situazione simile, chiede all'allora presidente Gronchi che quel bimbo possa avere il cognome del padre. In definitiva, uno spaccato sull'Italia degli anni '50 e '60.

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Max
Recensioni: 4/5

Semplicemente geniale! Nonostante gli anni trascorsi, sembra scritto oggi. Domanda: era Achille Campanile avanti coi tempi, o è la Televisione che nella sostanza non è per nulla cambiata? Analisi spietata dei (pessimi) costumi, contro i quali veniamo anestetizzati dall'ironia salvifica di Campanile.

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Achille Campanile

1899, Roma

Achille Campanile nasce a Roma il 28 Settembre 1899. Nonostante alcune biografie, anche significative ed importanti, gli assegnino come anno di nascita il 1900, la data del 1899 è certa come provano diversi documenti ufficiali. E non è escluso che fosse sua la civetteria di togliersi o aggiungersi un anno. Cominciò a scrivere giovanissimo. Gli inizi col giornalismo alla «Tribuna» e all'«Idea Nazionale» e poi al «Travaso», in pieno fascismo. Ma anche il teatro con le prime Tragedie in due battute, in cui prevale il gusto per i giochi di parole ed un clima surreale. Lodi appassionate e critiche feroci accompagnarono le prime rappresentazioni di L'amore fa fare questo e altro nel 1930. Infine i romanzi come mezzo di raccontare superiore...

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