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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2006
Questo è un libro d'occasione, in quanto trae origine da tre conferenze tenute dall'autore all'Università di Pavia nel maggio del 2001, nell'ambito del ciclo "Lezioni italiane" promosse dalla Fondazione Sigma-Tau. Il tempo è una delle entità più problematiche e misteriose che esistano, tanto che risulta difficile anche solo definirlo. Boncinelli riporta al riguardo un passaggio delle Confessioni di Sant'Agostino dove si legge: "Che cos'è quindi il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più".
L'autore analizza il concetto del tempo secondo tre prospettive, ovvero il tempo della fisica, quello della biologia o della vita e, per finire, quello dell'anima. Il tempo fisico è un tempo che si può misurare, come per ogni concetto appartenente al dominio della fisica. Tuttavia, anche in questo ambito, le teorie non sono mai state univoche e, anzi, spesso sono state anche contraddittorie. Ad esempio, se la teoria della relatività si propone di eliminare il problema dell'irreversibilità del tempo, per la meccanica quantistica il tempo è comunque irreversibile.
Per quanto attiene al tempo della vita, è soprattutto attraverso le osservazioni dei fenomeni biologici che ci possiamo rendere conto dello scorrere del tempo e, del resto, la vita fluisce attraverso una rigida scansione temporale. L'analisi del tempo rispetto alla vita deve comunque tenere conto tanto dei fenomeni temporali connessi alla vita, quanto dell'evoluzione biologica come espressione dell'irreversibilità degli eventi. Il tempo scandisce anche la genesi delle malattie: alcune patologie mostrano una certa correlazione con le ore del giorno e della notte. Ad esempio, gli infarti e gli ictus sono più frequenti nelle prime ore del mattino, mentre gli attacchi di asma sono più frequenti la sera e nelle prime ore della notte.
Il tempo dell'anima resta indubbiamente quello più difficile da inquadrare e da definire. È il tempo percepito dalla nostra interiorità, la cui base non può che essere biologica, o meglio neurofisiologica. Boncinelli scrive: "Quella che noi chiamiamo coscienza o vita interiore è una collezione di atomi di presente". La coscienza è una sequenza di questi atomi senza che ci sia da parte nostra la consapevolezza della sua estrema frammentazione.
La conclusione alla quale arriva l'autore è quella di una estrema limitatezza della nostra capacità di definire e di comprendere la natura del tempo. È un senso di impotenza e un'ulteriore consapevolezza della mancanza di certezze anche rispetto a un concetto, quello del tempo, che invece può apparirci così concreto nella sua evidenza e nella sua scansione.
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