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Il tenente Alvaro, la Volante Rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia
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Il tenente Alvaro, la Volante Rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia
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Il tenente Alvaro, la Volante Rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia
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Tenente Alvaro era il nome di battaglia di Giulio Paggio, il comandante della Volante Rossa, un raggruppamento di ex partigiani comunisti che nella Milano dell'immediato dopoguerra con le sue azioni armate, antifasciste e antipadronali, ha incarnato i sentimenti di una "Resistenza tradita" perché non sfociata in una rivoluzione socialista. La Volante Rossa ha operato fino al gennaio del 1949 rendendosi responsabile anche di alcuni omicidi. Paggio, evitato l'arresto, con l'aiuto del Partito comunista riparò in Cecoslovacchia dove rimase per il resto della sua vita, nonostante la grazia concessagli nel 1978 dall'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Per narrare queste vicende l'autore si è avvalso di numerose testimonianze di ex rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia, oltre cinquecento persone accusate, e spesso condannate, per reati compiuti nel corso delle lotte sociali e politiche del dopoguerra. Ne emerge la storia, finora sconosciuta, di una comunità ritratta sia nelle sue difficoltà e sofferenze materiali che nella sua solidarietà ideale e affettiva, nel contesto politico ed economico della Cecoslovacchia socialista.
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In commercio dal:
2 dicembre 2010
Pagine:
219 p., ill. , Brossura
EAN:
9788865480205
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Alessandro
08 marzo 2020
Consigliare il libro? Non saprei, l'argormento non è la Volante Rossa, la sua organizzazione e connessione col PCI. Probabilmente non c'è mai stato nulla del genere. Il testo si concentra sulle vicende personali di chi, coinvolto nella cronaca suscitata dalla Volante Rossa, trovò rifugio in Paese a Dmocrazoa Popolare. Ma anche qui, nulla da dire, da scoprire; solo la grande tristezza di valutare la piccineria 'borghese' dei cosiddetti 'volantini rossi'. Nelle testimonianza dirette raccolte da questi libri, non c'è una parola di ringraziamento per chi, accogliendoli, risparmiò a costoro decenni di galera. Anzi. Le lamentele si sprecano. E tralasciamo la storia personale di questi 'eroi' (nulla a che fare con figure come il Comandante Giacca, o lo stesso Moranino). Dopo aver soddisfatto ogni tipo di appettito, costoro non hanno avuto che parole di disprezzo verso gli Stati socialisti che li accolsero; con un caso perfino di aggressione e violenza contro dei poliziotti cecoslovacchi nel 1969. Spesso ricorrono affermazioni gratuite e volgari verso le Dmocrazie Popolari e l'Unione Sovietica. In tutto il libro, e libri, non una parola, un ricordo, sui comunisti dell'Europa oprientale che li salvarono dall'ergastolo in Italia. Semmai solo lamentele 'borghesi' su case assegnate, posto di lavoro, compagnia, paga e stipendi (spesso e volentieri gettati in carabattole inutili). In sostanza, se qualcuno può leggervi qualcosa in questo testo, traendone una conclusione utile, è che la degenerazione del PCI iniziò molto prima di quanto si sospetti o si pensi.
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