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Attraverso un'argomentazione lucida, mai pessimista ma brillante, rapida e inarrestabile, Onfray dipinge il ritratto di un'epoca, la nostra, che sembra aver smarrito ogni saldo riferimento e procede senza apparenti ostacoli verso la dittatura prossima ventura.
La nostra è una società libera? Le dittature che hanno caratterizzato così duramente il secolo scorso sono davvero e per sempre scomparse? Per rispondere a queste domande Onfray si basa sull'analisi di due straordinarie opere di George Orwell: 1984 e La fattoria degli animali, testi capitali per comprendere i maggiori totalitarismi del Novecento, lo stalinismo e il nazionalsocialismo. Ma l'intento di Onfray è di utilizzarli come strumenti per l'interpretazione dell'oggi: a partire da essi, l'autore descrive sette «fasi» o «comandamenti» necessari e sufficienti a far sì che il pericolo di una dittatura si realizzi concretamente: distruggere la libertà; impoverire la lingua; abolire la verità; sopprimere la storia; negare la natura; propagare l'odio; aspirare all'Impero. Ciascun comandamento viene poi analizzato in dettaglio nelle sue implicazioni, che l'autore definisce «principi», trentatré in tutto; a titolo di esempio, Praticare una lingua nuova, Usare un linguaggio a doppia valenza, Distruggere parole, Piegare la lingua all'oralità, Parlare una lingua unica, Eliminare i classici sono i principi del «comandamento», Impoverire la lingua.
Si riconosce comunemente che i due capolavori di Orwell - 1984 e La fattoria degli animali - consentono di pensare le dittature del XX secolo. Michel Onfray ipotizza che essi consentono di pensare le dittature di oggi. I sette comandamenti di ogni dittatura: Distruggere la libertà. Impoverire la lingua. Abolire la verità. Cancellare la Storia. Negare la natura. Diffondere l'odio. Aspirare all' Impero. Per esempio, come si impoverisce la lingua? Praticando una lingua nuova. Usando un linguaggio a doppia valenza. Distruggendo parole. Piegando la lingua all'oralità. Parlando una lingua unica. Eliminando i classici. Chi può dire che non ci siamo già?
Una teoria è una teoria. Mai considerare una teoria la Verità. Neppure se la teoria è Onfrayana o Orwelliana. Di certo, se considerassimo una teoria l'unica e sola verità, sarebbe anch'essa da rientrare nella categoria dittatoriale. Dunque, per evitare di cadere dentro ciò che si vorrebbe evitare, sarebbe interessante porre l'attenzione più al significato delle cose nel loro insieme piuttosto che alla loro definizione specifica e ultimativa. Quindi, parlando del libro di Onfray, la prima parte è evitabile. Meglio leggere le opere di Orwell, prima, e nel caso, dopo, rileggere l'opinione del filosofo che non guasta mai. La parte delle conclusioni è più interessante. Sguardo del filosofo nell'oggi di tutti i giorni. Condivisibile in pieno. No. Ma è importante per stabilire il confronto con il pensiero altro. Esiste una dittatura oggi? In parte. Anche in Occidente? Probabile. In che forme? Non solo storiche e riconoscibili ma anche nuove e più subdole. Quali suggestioni di massa subiamo? Ci stiamo semplificando troppo la vita distruggendo l'insegnamento della Storia? Ecc. Insomma, domande che ognuno di noi dovrebbe porsi per non vivere automaticamente e senza autocritica. Ulteriori domande: dove vuole andare a inserirsi il pensiero di Onfray? Contro l'europeismo? Contro il progressismo? Onfray è di destra o di sinistra? Però, in tal caso, le risposte ci porterebbero lontano da una decodifica del pensiero più generale e più ad un'etichettatura riduttiva del punto di vista del singolo uomo, più o meno vicine alla propria riduttiva visione del mondo. Consiglio il libro solo dopo la lettura di "1984" e "La fattoria degli animali" di Orwell.
Il profeta è colui che riesce a capire 40 o 50 anni prima degli altri come si evolverà una determinata società. Onfray non fa altro che rendere attuale il pensiero di Orwell che per primo aveva ben compreso quale orizzonte di senso avrebbe abbracciato la nostra società occidentale. Oggi Orwell ci domanderebbe il cambiamento sociale, sessuale, di linguaggio…cui prodest? Niente viene a caso. Meditate gente. Meditate! Le 5 stelle sono per Orwell, l’autore ha il merito, furbo, di aver reso accessibile a chiunque i capolavori orwelliani.
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