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Ancora una gemma d'Oriente. Ormai compro, quasi esclusivamente, film asiatici: sono nauseato dai prodotti occidentali. Il nostro cinema, salvo encomiabili eccezioni, produce e non crea. Produce, nel senso che è solo industria e quindi insegue il mainstream e gli appetiti delle masse. Anzi, direi che vive dei sentimenti "di pancia" della gente e pensa solo a "provocare": la cinepresa è vista come una clava da dare in testa a chi non si identifica col mondo "progressista". I nostri "prodotti" occidentali, solleticano ed esaltano i nostri vizi e le nostre miserie. Sembrano tutti uguali e tutti sembrano rispettare un determinato cliché da cui appare impossibile distaccarsi: pena, la pubblica gogna e l’emarginazione artistica. Esse portano spesso sullo schermo il nostro lato peggiore e quel che è peggio, è che quasi ne siamo fieri, ce ne compiacciamo. Le pellicole hollywoodiane, ad esempio, grondano di inutili scene di sesso, violenza, degrado, propaganda politica e politicamente corretto. Per non parlare di quelle europee, che sono spesso bramose di portare sullo schermo le mode del momento e con esse tutta la decadenza che caratterizza ormai il nostro tempo. In certune, si intravede persino un certo disprezzo per tutto ciò che ci ha preceduto e una acritica adesione ad ogni istanza del cosiddetto "progresso", vista come buona a prescindere, in quanto tale. Mi rifugio così in Oriente, dove ancora il cinema crea e sa regalare opere edificanti come questo. Un film meraviglioso, "Terra e polvere", commovente e ricco di buoni sentimenti. Quelli che non interessano più alle nostre latitudini. Una pellicola dolce e amara che non lascia indifferenti. Mi è piaciuta in particolare la fotografia e la stupenda interpretazione dei due attori protagonisti. Una curiosità: il protagonista maschile è davvero un contadino e quindi tutto ciò che fa sul set, è realistico e frutto della sua personale esperienza. Un bel film che è opera di un artista e non un “prodotto” commerciale.
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