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Qualche anno fa, nel 2002, il fumettista Davide Toffolo ha pubblicato un intenso dialogo-favola-intervista post mortem con Pasolini in cui ripercorre con rigore e stralunata visionarietà la tragica parabola dell'autore di Ragazzi di vita e Accattone. Il Pasolini di Toffolo estrae a un certo punto da una cartella alcune tavole a fumetti e le presenta come la sceneggiatura in cartoon di uno dei suoi più giocosi e poeticamente mozartiani divertissements cinematografici: La Terra vista dalla Luna. I lettori di Toffolo, ben conoscendo la continua inversione di ruoli tra realtà e finzione, tra autobiografia intellettuale e fantasmagoria compiute dall'autore, potevano giustamente rimanere nel dubbio. Il Pasolini autore di fumetti era invenzione o cronaca? Questo dubbio viene sciolto ora dalla pubblicazione della "sceneggiatura a fumetti". Toffolo li aveva ridisegnati e non riprodotti, così come aveva ridisegnato Pasolini, è vero, ma l'originale esiste ed è una lettura davvero curiosa. Ispirandosi esplicitamente alle comiche di Charlot e ai fumetti di Paperino, la sceneggiatura grafica di Pasolini con la surreale storia d'amore tra Ciancicato Miao e Assurdina Caì è inizialmente appena tratteggiata. Nelle prime pagine quasi non abbiamo i volti dei personaggi e Totò è ridotto ai soli riccioli rossi alla sor Pampurio che lo caratterizzeranno anche nel film. A poco a poco però, proseguendo nella lettura, ci accorgiamo che Pasolini ci prende gusto. Le tavole non sono più un semplice carnet di appunti elaborato per vignette, ma si trasformano in disegni a colori dal vago retrogusto espressionista. I paesaggi sono delineati con tratti colorati e il viso enigmatico di Silvana Mangano fiorisce sulla pagina come un'improvvisa citazione di Modigliani. In una lettera a Livio Garzanti a proposito di questa sceneggiatura, Pasolini dice ironicamente di avere ripescato "certe rozze qualità di pittore abbandonate", ma come sempre nelle sue opere più interessanti la cosiddetta cultura alta si fonde inestricabilmente con la cosiddetta bassa e tra le citazioni di sor Pampurio e Ridolini occhieggiano i gusti raffinatissimi del Pasolini che aveva studiato storia dell'arte con Roberto Longhi.
Chiara Bongiovanni
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