Il disco, realizzato con il Tinissima 4et (Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria, è un omaggio a Woody Guthrie (this machine kills fascists era scritto sulla sua chitarra) ed esce per CAM JAZZ. Dopo Tina Modotti (2008) e Malcom X (2010, album pluripremiato con il Top Jazz ed altri riconoscimenti) e la parentesi riuscita di Monk’N’Roll (CAM Jazz 2013 - dove i temi di Monk vengono riletti intersecandoli con alcuni dei più famosi brani rock della storia) il sassofonista ritorna a raccontare con la sua musica la vita, l’arte e i tempi di un altro ribelle e irregolare, che come nessun altro ha cantato l’America delle Grande Depressione, delle lotte sindacali, delle speranze del New Deal. L’Altra America del folk e del blues. Il tutto filtrato dalla sensibilità di Francesco Bearzatti e di un quartetto che è già entrato nella storia del Jazz. Woody Guthrie è il più grande e radicale cantautore popolare americano, intellettuale, romanziere e attivista politico, ha raccontato gli operai e gli emarginati e si è sempre schierato contro le ingiustizie dei politici e dei capitalisti. La sua eredità ha influenzato tutta la canzone popolare e di protesta di lì a venire, da Dylan a Joan Baez a Springsteen fino a Billy Bragg e ai Clash. Tra blues dolenti e brani frenetici il disco è un viaggio in musica che parte dal paese natale di Guthrie, Okemah in Oklahoma per muoversi tra le tempeste di sabbia, i vagabondaggi in treno, gli abiti stracciati, New York per finire con un brano dedicato a Sacco & Vanzetti (a cui Guthrie aveva dedicato una raccolta di brani) e con l’unico brano non originale del disco, una rilettura di “This Land Is Your Land”, brano simbolo della poetica di Guthrie, a metà tra una dichiarazione d’amore per la sua terra e una sferzante polemica contro la proprietà privata.
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