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Quanti miti e stereotipi esistono sulla figura delle Amazzoni!!! In questo libro Guglielmo Colombero ci porta nella loro vita quotidiana, nel loro modo di combattere e amare intensamente. Tomyris è una di queste. Regna con fierezza e giustizia su un popolo quasi sconosciuto ai più, che però dimostra una grande dignità e coraggio. Ciro il Grande, fondatore dell’Impero persiano, pensa di fare una passeggiata quando decide di invadere le loro terre. Invece troverà un popolo pronto a difendere la loro libertà con le unghie e coi denti. Le scene di battaglia, descritte con estremo realismo, sembra sprigionino dalle pagine l’odore del sangue e del sudore. Tomyris non è una sanguinaria alla ricerca dello scontro diretto. Anzi, offre a Ciro la possibilità di rivedere i suoi piani espansionistici (grandioso il dialogo fra i due alla vigilia della battaglia!!!), ma la sete di potere di quest’ultimo non conosce limiti. Questo romanzo ci insegna che la libertà va difesa da ogni tipo di tirannia!!!
Accattivante già dalla copertina, lettura più scorrevole e dinamica del precedente libro "Himilce, la sposa di Annibale". Questo nuovo romanzo "prende" il lettore e lo trascina in un vortice di emozioni e immagini ben descritte nei particolari. Nonostante la crudezza di alcune situazioni vi sono accenni romantici che lasciano prendere fiato tra le varie atrocità fin troppo accuratamente descritte. Bellissimo il colloquio tra Kurash e Tomyris prima dell'ultima battaglia, colpisce la psicologia spiccia ma efficace della Tsarina e il suo NON credere a nient'altro che a se stessa. Da leggere due volte, una per la curiosità di sapere come va a finire la battaglia, l'altra per gustarsi appieno ogni frase da trasformare come un fotogramma e "vederlo" con gli occhi della mente ... E bravo Guglielmo! Aspetto il prossimo ... Renata C.......
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