L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Quale fosse il rilievo che Charles Bukowski attribuiva alla sua attività poetica risulta evidente da molti versi: scrivere poesie, o lettere, o i racconti che gli venivano sollecitati da editori di pornografia, gli richiedeva la stessa concentrazione che occuparsi dei suoi amati gatti. Ironizzava sul suo essere un "grande scrittore americano", quando in realtà si riteneva un poeta mediocre, e commentava sarcasticamente la produzione sua e di altri famosi colleghi. Sbeffeggiava lo stile tradizionale, con i suoi versi smozzicati, interrotti a metà, volutamente prosastici e ignari di maiuscole, sia all'inizio che all'interno delle poesie, quasi a voler sottolineare un polemicamente divertito understatement. Più interessato all'alcol, alle corse dei cavalli, al sesso, alla banalità della vita quotidiana, ai soldi facili, Bukowski esibiva anche rabbiosamente il suo sostanziale e motivato distacco dal mondo artefatto del sogno americano, e la sua assoluta, solidale preferenza per gli emarginati, gli ubriaconi, le puttane, le camere d'albergo, i bar più squallidi. "Be', copuli e copuli./ lasci la casa di questa e/ vai nella casa di quella e confronti/ copriletto/ salviette del bagno/ televisori/ carta igienica/ e il contenuto dei/ frigoriferi." Vicini ottusi e impiccioni, lavori sopportati a malapena e per poco tempo, riti-doveri-cerimonie borghesi da rispettare per quieto vivere. Cosa può salvare dallo sconforto, se nemmeno la scrittura offre più scampo? Forse solo la rivelatrice consapevolezza che al puro esistere bisogna comunque e sempre rimanere grati: "trovi una sedia, ti siedi, accendi un sigaro./ di ritorno da un migliaio di guerre/ guardi fuori da una porta aperta nella notte.// Sibelius suona alla radio./ nulla è stato distrutto./ soffi fumo nella notte nera,/ sfreghi un dito dietro l'orecchio/ sinistro./ ehi bello, in questo momento, sei in cima al/ mondo."
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore