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scheda di Greco, T., L'Indice 1998, n. 9
Com'è noto, le posizioni assunte da Norberto Bobbio nel dibattito politico-culturale hanno spesso suscitato reazioni, ora di critica aspra, ora di approvazione e consenso. Se vasta eco hanno avuto le sue discussioni con intellettuali marxisti e socialisti, più in ombra sono rimaste le reazioni suscitate nel campo liberale, sulla base, forse, dell'errata sensazione che non ci fosse con loro chissà che da discutere.
Come risulta dal volume di Cotroneo, invece, di questioni da discutere ce n'era più d'una, anche per chi si voleva liberale e democratico, non foss'altro perché gli interrogativi posti da Bobbio erano spesso difficilmente catalogabili e collocabili, e richiedevano di essere presi come un invito a riflettere sui nodi irrisolti della "questione italiana". Il volume raccoglie una serie di saggi pubblicati a partire dal 1972 su "Nord e Sud" e "Tempo Presente", sempre occasionati dall'apparizione di volumi di Bobbio. Ne risulta un vero e proprio dialogo, non solo perché insieme ai saggi vengono pubblicate le lettere con cui Bobbio via via rispondeva a Cotroneo, ma soprattutto perché i singoli scritti non sono affatto recensioni erudite e accademiche, ma costituiscono piuttosto un esempio di quella discussione che i volumi di Bobbio necessariamente richiedevano, e che affrontava alcuni dei temi più rilevanti del dibattito italiano del secondo dopoguerra: dai rapporti tra liberalismo e comunismo, a quelli tra cultura e fascismo; dalla natura della democrazia, perennemente tesa tra ideale e reale, alla questione del pacifismo e del conflitto termonucleare; dall'interpretazione del marxismo al ruolo dell'intellettuale in una società lacerata come quella italiana. Questioni tutte sospese, appunto, tra filosofia e politica, e nelle quali il dialogo di Cotroneo con i classici e i contemporanei - condotto da un punto di vista fermamente storicistico, e che ha Hegel e Croce come riferimenti costanti - si intreccia con considerazioni di impatto politico immediato.
Così, se le "provocazioni" di Bobbio costituiscono lo spunto per l'avvio delle riflessioni di Cotroneo, non sempre c'è coincidenza di vedute; e si può affermare, in generale, che la sua posizione è spesso quella di un partecipe-critico della posizione bobbiana. Ciò appare con particolare evidenza nella questione più ricorrente dell'intero volume, quella dell'atteggiamento di fronte al comunismo: l'intransigenza sui principi liberali, propria del Bobbio di "Politica e cultura", è pienamente condivisa da Cotroneo, che non manca però di incalzare ripetutamente il filosofo torinese là dove egli sembra esitare o concedere troppo ai suoi interlocutori marxisti. E, d'altra parte, se pur emergono qua e là i toni di una critica talora decisa (come sul tema del pacifismo), rimane la sensazione di una convergenza sui valori fondamentali della vita associata e della cultura. Le divergenze si avvertono, ovviamente, allorché una prospettiva che si vuole fermamente liberale si confronta con le inquietudini di un liberalismo che vede nella democrazia il suo compimento e che ha sentito il richiamo (e il fascino) del socialismo. Non per nulla, il principio di uguaglianza è un altro dei temi che più ricorrono in questo volume.
Ad ogni modo, se Bobbio riconosce a Cotroneo di essere uno dei suoi "più assidui e intelligenti interlocutori", è perché questi ha saputo cogliere il senso non solo degli interrogativi bobbiani ma pure delle risposte che vi erano implicite, nonostante egli stesso dica di Bobbio che "ama porre domande" senza fornirne sempre le soluzioni dovute. Ne risulta una testimonianza ulteriore della centralità del pensiero di Norberto Bobbio nel panorama culturale italiano della seconda metà del Novecento.
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