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Da quando la diagnostica artistica si è dotata di nuove tecniche d'indagine si è arricchita la nostra possibilità di conoscenza delle opere, riguardo in particolare ai dati fondamentali della struttura materiale e del processo esecutivo che presiede alla loro configurazione visibile. Lo dimostra questo libro, che presenta i risultati dell'analisi di vari dipinti di Osvaldo Licini mediante la riflettografia infrarossa, un metodo di osservazione non distruttiva che si effettua utilizzando una telecamera sensibile all'infrarosso, equipaggiata con un tubo vidicon. Questo tipo di sensore consente la visione fino a due millimetri di profondità e permette di ottenere informazioni sugli strati più interni del dipinto stesso, mettendo in evidenza disegni preparatori, pentimenti e ridipinture. Particolarmente motivata è la scelta di sondare con questa metodologia la pittura di Licini, vista la nota propensione dell'artista a intervenire sui suoi dipinti già compiuti per modificarli, a volte anche profondamente. Patti ha utilizzato la riflettografia infrarossa insieme a indagini fotografiche (fotografia a luce radente, macrofotografia e fotografia delle tele retroilluminate) e ha condotto un'intelligente lettura dei risultati, nel contesto di una rete di riferimenti filologici che prendono l'avvio dal catalogo generale di Marchiori del 1968. Un'analisi, dunque, a vasto raggio che, incrociando metodologie diverse, illumina insieme il procedimento e la poetica dell'artista e apporta notevoli approfondimenti circa le scelte relative alla funzione del disegno e al senso dello spazio e della composizione, rivelando gestualità, cancellature, tracce di dipinti precedenti e rifacimenti (come ad esempio nel caso di Angelo ribelle su fondo rosso scuro).
Silvia Bordini
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