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Uno spigliato romanzo d'esordio, che in Spagna è stato un caso letterario: nel 2002 ha ricevuto il Premio nacional de narrativa e ne è già stato tratto un film, con Daniel Brühl, che debutterà al Festival di Berlino 2008. Unai Elorriaga, scrittore in lingua basca, nato a Bilbao nel 1973, sonda i grovigli bizzarri di un'esistenza che volge al termine. Il protagonista è Lucas, un anziano carpentiere con la passione per la montagna, che vive sulla propria pelle l'insolenza degli anni: indossare un calzino o salire una rampa di scale sono sfide titaniche, la senilità è un tarlo che rosicchia infaticabile, scavando nelle ossa e nel cervello fino a paralizzare i gesti e gettare nello scompiglio i fantasmi del passato. La sua vitalità si dissolve nei meandri di una memoria lacunosa, che batte i sentieri del ricordo con passo claudicante, appoggiandosi ora alla nostalgia, ora alla dolorosa consapevolezza di un finale misero e aspro. Nella mente del falegname, i morti e i vivi si siedono a riposare e a chiacchierare sulla stessa panchina di legno, mentre fissano in lontananza il moto scostante del mare dove, tra le onde insidiose di lutti remoti, emerge ossessiva la figura di Rosa, amatissima moglie di Lucas.
La deriva dell'artigiano è alleviata dalla presenza della sorella María, ex insegnante con velleità di scrittrice, dolcemente infantile nel suo testardo esplorare gli anni vissuti alla ricerca della piena felicità: un miraggio lontano quasi afferrato nel fugace scorrere di un paesaggio intravisto da un treno o nel disegno intricato dei tralicci di un ponte di ferro. La narrazione procede con il respiro spezzato, con lo stesso ritmo di chi affronta impervie scalate d'alta quota, o di chi sente le forze venir meno nel compiere i movimenti di ogni giorno, scivolando verso un'immobilità che costringe al letto ma che non impedisce alla mente di essere libera e di sognare il cielo terso dello Shisha Pangma, una delle vette più infide della cordigliera himalayana.
Compagni di cordata di questi due anziani sono Marcos, uno pseudo hippy che piomba in casa loro, e Roma, una giovane ginecologa con l'hobby della pittura. Tra i due ragazzi nasce una tenera passione innescata dal suono della chitarra di lui e dai quadri che lei abbandona per strada come molliche di pane affinché l'amato possa rintracciarla. Entrambi rappresentano la sventatezza della gioventù: si amano, viaggiano, giocano con le parole e con il tempo; eppure Marcos e Roma, precocemente consapevoli dell'inesorabile destino delle cose e delle persone, si prendono cura di Lucas, gli stanno accanto, affinché non si ritrovi ad affrontare da solo il viaggio che lo condurrà oltre le nevi perenni dell'aldilà, dove non esistono più né l'affanno né i cortocircuiti della memoria, ma soltanto un tram vuoto, su cui sta salendo Rosa, con il volto sorridente, e da dove è possibile scorgere in tutto il suo splendore, oltre il vetro del finestrino, il picco dello Shisha Pangma. Simone Cattaneo
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