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Un libro sorprendente. Celebri lezioni tenute presso la University of California, Irvine nelle quali l’autrice s’interroga sul problema della scrittura e di come il processo scritturale sia un’investigazione nel profondo. La scrittura è una scala, un mezzo, un tramite, ma al tempo stesso è nascita e morte. Si parla della Scuola dei Morti, di come qualcosa o qualcuno debba morire affinché si possa parlare di una scrittura incisiva ed efficace; la Scuola dei Sogni, in cui si parla dell’importanza dei sogni stessi e del ruolo che questi giocano nella genesi e nella fruizione letteraria; la Scuola delle Radici, ovvero l’importanza della profondità e dei legami della scrittura stessa. Ma accanto alla scrittura si espongono pensieri di scrittori come Clarice Lispector, Marina Cvetaeva, Ingeborg, Bachmann e Thomas Bernhard, e poi Racine, Dostoevskij, Poe, Rimbaud, Genet e soprattutto Kafka. Una lettura interessante che consiglio dal profondo del cuore.
Libro immenso e sorprendente, innanzitutto perché è un saggio ma è anche un grandissimo testo letterario. Questo libro raccoglie le lezioni tenute da Helene Cxous sulla scrittura, attraverso tre distinte nozioni: la scuola dei morti, la scuola dei sogni, la scuola delle radici. Nel libro si parla solo di grandissimi scrittori: Ingerborg Bachmann, di Clarice Lispector, Thomas Bernhard, Marina Cvetava, Racine, Edgard Allan Poe, Dostoevskij, Rimabaud, Genet, Kafka. E' un libro difficile, forse, pieno di citazioni e di nozioni di psicanalisi e linguistica. Non è un libro per tutti e non è un libro di evasione; eppure forse come nessun altro sa portarci altrove, in mondi favolosi e immensamente profondi e "altri" come sono quelli degli immensi scrittori di cui la Cixous tratta. Bisogna probabilmente conoscerli almeno un po' questi Grandi, per apprezzare il libro, ma le citazioni sono molte e possono anche servire da guida e da incoraggiamento alla lettura di questi autori. Bella (e completamente da me condivisa) anche la nota finale di Nadia Setti
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