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Anno edizione: 2006
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Mi associo alla recensione di Guanluca, se non vi piacciono le prime 10 pagine lasciate perdere, non si tratta di un giallo 😀
Io l’ho trovato abbastanza pesante. Sono arrivata alla fine con una sensazione di “niente” letteralmente. Forse non ne avrò capito il potenziale, gli spunti, non sarà il mio genere, non avrò capito su cosa volesse porre l’attenzione l’autore, non capirò niente della genialità dell’opera visto le numerose recensioni positive, so solo che ho fatto una fatica immensa a concluderlo. E in questo ha influito molto anche la macchinosità della scrittura.
Scrivo molto volentieri una recensione in totale disaccordo con quelle negative presenti. Il romanzo è scarno di eventi, questo sicuramente, ma è di grande intensità emotiva grazie a una scrittura davvero piacevole. Il titolo fra l'altro ha un significato che, non del tutto esplicitato nel romanzo, proprio per questo è più affascinante. Ho scoperto Avoledo, grande scoperta.
Recensioni
Negli ultimi giorni di un processo internazionale per crimini di guerra, un giovane sostituto procuratore si prepara a inchiodare il Mostro, un capo di Stato colpevole di genocidio. Mentre raccoglie i capi d'accusa si ritrova a fare i conti con l'idea stessa di responsabilità, e con le mille piccole o gigantesche colpe di cui è fatta la nostra vita.
Il protagonista di Tre sono le cose misteriose è un sostituto procuratore americano che si trova con la moglie e il figlio in Svizzera. Da quando l'uomo che l'ha preceduto nell'accusa è morto in un attentato, vive protetto da una squadra di guardie del corpo. Mentre si prepara al processo, si ritrova in qualche modo dietro il banco degli imputati. Lui raccoglie prove terrificanti, le archivia e le analizza in una personale burocrazia dell'orrore - e intanto sua moglie e suo figlio gli presentano il conto delle sue responsabiltà. Adam, il figlio adottivo, ha otto anni e mille paure: vede mostri dappertutto, ha incubi ricorrenti, è morbosamente attratto dai videogame. è un bambino solo e ferito, ma sarà lui, giocando con suo padre, a insegnargli come si fa la caccia ai mostri. La moglie Chiara è un'italiana bellissima: un tempo non tanto lontano loro due si sono amati, ma di quel sentimento non restano che feroci schermaglie verbali, silenzi e tenerezze che celano abissi di lontananza. Forse anche la loro storia potrà ancora cambiare, grazie alla densità di quel pugno di giorni in cui pare concentrarsi il senso di piú vite.
Un romanzo giudiziario atipico, una storia familiare tenera e crudele in cui Avoledo conferma quella capacità di raccontare le luci e le ombre del quotidiano che aveva già dimostrato nell'Elenco telefonico di Atlantide.
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