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“Trono di sangue” (Giappone, 1957) è un film diretto dal regista, sceneggiatore, montatore, produttore cinematografico e scrittore giapponese Akira Kurosawa [1910-1998]. Si tratta di un chiarissimo adattamento cinematografico della tragedia “Macbeth” di Shakespeare, ambientato però nel Giappone medioevale del XVI secolo, pure se, comunque, non si risolve esclusivamente in un semplice adattamento. La trama, in breve, è la seguente. Siamo, come detto, nel Giappone del XVI secolo. Il nobile Washizu si persuade, grazie alla profezia di una strega, di essere destinato a regnare. Sobillato dalla moglie, Washizu “elimina” il signore del Castello del Ragno, Kuniharu, usurpandone il regno, e ogni altro ostacolo che si frapponga tra lui e il potere assoluto. Conquistato il potere, quindi, attraverso una serie di efferati delitti, Washizu seguiterà a essere però ossessionato anche dalla seconda parte della profezia. La strega, infatti, gli ha predetto pure la rovina qualora egli veda la foresta muoversi verso il suo castello, la qual cosa, puntualmente, sembra avvenire quando il nobile scorge avvicinarsi i soldati nemici mimetizzati sotto fronde d’albero... “Trono di sangue”, rispetto ad altri titoli più famosi di Kurosawa, si impone per la messa in scena, straordinariamente potente, per la scenografia in esterni, magnifica e altamente evocativa, per la grande interpretazione di Toshiro Mifune, stilizzata fino al parossismo, e per quella di Isuzu Yamada, all’unisono oscura e incantata. I temi fondamentali della tragedia di base del lungometraggio (il “Macbeth” di Shakespeare), l’ossessione del potere, la colpa e la degradazione di sé medesimo, vengono in siffatto modo esibiti con una forza visiva e con una vitalità “primordiale”, tali da avere la capacità di suscitare nello spettatore occidentale emozioni del tutto ignote: una percezione di orrore spirituale autentico, una delle più sconvolgenti... Opera di una grandezza incommensurabile!
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