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"Vorrei uscire dal mio cuore/e andarmene sotto il grande cielo." (Rilke) La scienza della logica abbellì lungo la strada tracciata da Aristotele. Il sillogismo rendeva mortali i Greci poiché anch'essi erano uomini e potevano morire. Il matematico tedesco Gottlob Frege con le sue nozioni di quantificatori e variabili espose i limiti della logica tradizionale. La conclusione senza contraddirsi è che l'amore è tortura. La tortura dell'amore ne "I tuoi occhi nel buio", romanzo elliot di Silvio Raffo. I personaggi tracciati nel libro all'unisono sono l'ombra dell'altalena sul selciato, l'altalena che trafigge al cuore il cielo e si ferma a mezz'aria, il bambino cadente, il bambino poggiato sull'altalena, sorridente, sanguinante, a tratti facente parte del sonno eterno. L'igiene del pensiero insieme: la cascata ad accarezzare Alessio; il Danubio Blu in una conchiglia, il giovane Rainer. Semplicemente insieme sostengono l'aria o la rendono in qualche modo probabile. Fragile significa: maneggiare con cura. "(...) per poterti dimostrare che ero una tua creatura(...)". "La vita fuori dalla scena, col suo carico di pena gratuito reso ogni giorno più gravoso dalla condanna alla solitudine, mi risultava insopportabile"". "Vive ogni cosa/una volta, una sola. Una sola/e non più. Ma questo essere stati/una volta, sia pure una soltanto/vivi, nel mondo, è cosa incancellabile.". Il dolore esiste perché esiste la vita. La vita è sempre bellissima, comunque siano andate le cose dell'uomo. Allora il dolore di Rainer ha una sua forma di bellezza, se l'osservi da varie angolazioni e prospettive, le dissolvenze incrociate dei tre veli della percezione, Alessio, Jean Claude, Rainer, il loro significato sulla Terra, anime denotative, fulcro dell'argomento del linguaggio, degli amori la negazione che le parole immaginate possano ottenere il loro significato. La Narrativa contemporanea è in svenimento continuo. Che la quercia resti un fiore lo si deve alla scrittura thriller di Silvio Raffo.
Una lunga requisitoria sentimentale, un atto d’accusa e il dispiegamento di una vendetta: così appare a una prima lettura l’ultima opera di Silvio Raffo. D’altro canto, come si addice a una scrittura che sa travalicare se stessa, la narrazione si presta a molteplici letture, poiché questi “occhi nel buio” molto sentono e presagiscono. Con la consueta concisione e precisione stilistica, la voce narrante ci introduce in una singolare discesa nel Maelström, progressivo vortice di dolore e risentimento che si ammanta di requisitoria. La domanda, per certi versi retorica, su chi tra i due protagonisti sia la vittima e chi il carnefice, non mi lascia personalmente grossi dubbi: carnefice è proprio il narratore, schiavo del suo disperato bisogno di “amore primario”, cioè di un accudimento della sua condizione di orfano, che non può in quanto tale essere soddisfatto e il cui esito non può che essere la presa di distanza da parte dell’amato. Accudimento primario e pulsione fusionale: non a caso una delle punte drammatiche della narrazione si svolge nell’acqua che qui, invece che rifugio materno, si rovescia in inevitabile discesa agli inferi. Ma andiamo al secondo protagonista: qui viene il “bello”, cioè lui, l’Alex Valli che non possiamo che leggere come alter ego deformato dell’autore. Perché qui, in questo ritratto, Silvio Raffo supera se stesso e gioca con l’Ombra del narcisismo che in quanto tale, non sa andare oltre la propria egoicità. L’autore ci lascia con estrema grazia i dettagli che riportano a se stesso, li inserisce come indizi di autoriflessione; in realtà ci gioca come il gatto con il topo. Raffo contro la sua Ombra; ma senza infierire, dato che ogni esercizio di auto-purificazione, se vuol esser tale, richiede l’assenza di qualsiasi accanimento; anzi ci vuole levità, e una buona dose di autoironia, accompagnate da acutezza di visione. Silvio Raffo pare quindi aver raggiunto la soave saggezza che gli consente di giocare in tutta libertà con se stesso.
Romanzo che racconta di un rapporto tormentato e squilibrato. Dove l'evoluzione è un diario dell' anima scritto con il dolore del cuore troppo a lungo messo a tacere. Tragedia poetica e ricca di pathos. Viva e penetrante. Da leggere e comprendere.
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