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"Ma dove (...) dove va [il denaro] quando lo perdi?". L'angosciosa domanda, che in Cosmopolis di DeLillo cade nel vuoto di una catastrofe annunciata, trova risposta in questo libro a p. 244, in una nota del traduttore Marco Marinelli. Il libro è un'intervista del giornalista Philippe Maniére a Claude Bébéhar, creatore dal nulla dell'impero assicurativo Axa e figura di punta della gestione di crisi finanziarie recenti come l'"affaire Vivendi". Nella nota, alla domanda su dove sono finiti i soldi dei bilanci in rosso di Enron e WorldCom, la risposta è che "una delle spiegazioni plausibili (ma nessuno può affermarlo con certezza) è che il denaro sia scomparso nei conti di alcune compagnie di assicurazione che, registrando le perdite su crediti come se fossero quelle per sinistri, non sono tenute a farle emergere separatamente nei rendiconti, a differenza delle banche che sono obbligate a farlo". Il che, conclude la nota, "evidenzia quanto i mercati siano ancora molto poco trasparenti sul rischio finanziario". Disseminate nel testo assieme a innumerevoli e interessanti informazioni su "un mondo di imprenditori, manager, professionisti, che ha perso il contatto con la realtà" (come dice Ferruccio de Bortoli nella sua efficace introduzione), osservazioni come questa si propongono al lettore come un'utilissima chiave di lettura sul capitalismo attuale. Purché si abbia la pazienza di ascoltare la voce di un acuto protagonista di quel mondo sorvolando sulle reticenze e sugli scivoloni apodittici che ogni tanto la incrinano (tipo "ritengo che il liberismo economico sia una necessità").
Ferdinando Fasce
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