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Anno edizione: 2024
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Proprio quando sembra rivestire i panni del teorico sottile e distaccato, Carrère ci trascina nel laboratorio da cui sono nati I baffi e L’Avversario, dove vite parallele e alternative sgretolano quella fragile costruzione che è la nostra identità. E ci svela che, dalle più innocenti rêverie retrospettive fino alle devianze che sogniamo o paventiamo, l’ucronia è sempre dentro di noi.
«Il mondo come avrebbe potuto o dovuto essere, le vite possibili e alternative che sogniamo o paventiamo: tutti i segreti dell’illusione ucronica».
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Sono un fan di Carrère e c'è poco da fare; questa mia recensione è già compromessa di suo. Cercando di essere oggettivi... Ucronia è un testo diversissimo dai suoi soliti titoli inflazionatissimi; a mio avviso, un vero e proprio saggio di carattere scientifico che affonda il proprio interesse verso lo strumento letterario dell'ucronia. Cos'è? Perché ci interessa? Che significati ha assunto e continua ad assumere? Carrère non ne fa menzione, ma credo che, nell'era del digitale e delle AI, riflettere sul peso del reale e dei mille "what if" che ci bombardano i pensieri è molto maturo e probabilmente essenziale. Un libro utilissimo a chi vuole approcciarsi, in maniera anche accademica, a questo genere di tematiche, soprattutto per le ricadute politiche, sociali e incredibilmente identitarie che l'ucronia, il "ciò che sarebbe potuto essere", ha su ognuno di noi.
Recensioni
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