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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
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«Credi che si possa davvero uscire dal buio?»
Molte persone vedono il mondo. Tu hai visto al di sotto di esso. Solo camminando tra le ombre hai potuto vedere cosa c'è sotto la superficie, laddove si annida il male. Solo così riconosci chi si è lasciato soggiogare dal buio, coloro che si nascondono nell'oscurità e hanno le mani macchiate di sangue. Solo così puoi fermarli. Sporcandoti le mani, permetti al resto del mondo di restare pulito.
Le ferite dell'anima sono le più difficili da risanare. Lo sa bene Aurora Scalviati, profiler in un commissariato della provincia emiliana con un doloroso passato alle spalle. Per questo ha accettato di raccontare la sua storia alla conferenza del professor Menni, tra i massimi esperti di disturbi post-traumatici. Ed è proprio qui che Aurora incontra una misteriosa ragazza dai lunghi capelli neri che le rivolge una singolare domanda: «Credi che si possa davvero uscire dal buio?». Un quesito che di lì a poco si trasforma in un testamento, perché la giovane si toglie la vita gettandosi dalla torre del palazzo, sotto gli occhi terrorizzati dei presenti. Un caso archiviato rapidamente come suicidio, ma Aurora non ci vede chiaro ed è ossessionata dalle parole della sconosciuta: un'ultima disperata richiesta di aiuto? Avrebbe potuto fare qualcosa per salvarla? Non c'è tempo però per i sensi di colpa: il ritrovamento di un cadavere orrendamente sfigurato, su una secca in riva al Po, la costringe a rivedere le sue priorità. L'unico indizio è la fotografia di una bambina, che la vittima conservava come un sinistro trofeo. È l'inizio di una caccia serrata a un serial killer feroce, inafferrabile come lo spauracchio di una leggenda popolare raccontata in quelle valli per tenere buoni i più piccoli: il Grigione, che strappa il volto delle sue vittime dopo aver danzato con le loro paure. Aurora sa di non poter fare tutto da sola: ha bisogno di riunire la sua vecchia squadra, i Reietti. Ma quando Bruno e Silvia le voltano le spalle, l'unico interlocutore rimane l'enigmatico Curzi che, pur rinchiuso nell'isolamento di una struttura psichiatrica, sembra conoscere la verità. Un grosso rischio per Aurora, perché scendere a patti con il male può scoperchiare segreti che avrebbero dovuto restare sepolti per sempre...
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mi sento molto controcorrente rispetto alle altre recensioni , ma a mio avviso la trama non riesce a mantenersi avvincente per tutta la narrazione . A metà libro avevo già intuito il colpevole e questo probabilmente ha fatto scemare l'interesse . Ci sono situazioni e personaggi già sfruttati ( il neurologo pazzo-killer che da le dritte alla poliziotta ricorda molto il Silenzio degli innocenti ...) . Nel complesso comunque è ben scritto e non avere letto gli altri libri della serie forse mi ha penalizzato nell' avere un quadro completo dei protagonisti principali .
Terzo capitolo della saga della profiler Aurora Scalviati e terzo centro per l'autrice! Libro molto bello, bella storia, dinamiche tra i personaggi che catturano l'attenzione del lettore e ambientazioni suggestive! Semplicemente un gran talento davvero!
Nuovo volume della serie dedicata a Aurora Scalviati, a chiudere un trittico ben calibrato, dove i personaggi risultano misurati perfettamente , nel bene e nel male, ma soprattutto manifesta nella protagonista la consapevolezza che seppur con fatica, certi fantasmi del passato possono essere sconfitti, migliorandosi emotivamente. Qui troviamo quindi una Aurora già cresciuta nella propria capacità di trasformazione affettiva, pur rimanendo dannata nell’anima e nei sentimenti, persa in un labirinto di rapporti umani mai splendenti, salvo ritrovare equilibrio nella giusta convinzione dei suoi collaboratori storici (ora colleghi, ora amici).Un suicidio e un omicidio, si trasformano in un unico status: rapimento, morte, resurrezione. E’ proprio questo il filo conduttore che si vive in questo “L’ultima notte di Aurora”, che Barbara Baraldi completa in una chiave gialla degna dei migliori autori del genere, perchè puoi supporre quanto vuoi chi possa essere il colpevole, ma non riesci a scardinare le porte dell’imprevisto, ben simulato nel racconto. Nel complesso questo terzo volume non delude, mostra una ben definita strada di narrazione cominciata con “Aurora nel buio”, e a tratti ci restituisce una Scalviati in un adimensione più leggera, quasi a renderle una sobrietà maggiore rispetto ai lavori precedenti (dimentica di prendere le pillole necessarie per i disturbi di cui soffre). L’unico muro a cui continua a sbattere resta Curzi, detenuto in una cella di sicurezza psichiatrica e protagonista in negativo del primo racconto, un personaggio che rappresenta l’alter ego della sicurezza di Aurora.
Recensioni
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