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Delicato e commovente. Mi è piaciuto tantissimo. Molto meno veloce la struttura rispetto a Lonesome, Una penna più riflessiva, si potrebbe dire. Più poetica.
spaccato di una vita solitaria in cui tutti più o meno possiamo ritrovarci fra le righe con una storia avvincente, ricca di suspense e di colpi di scena. Mi è piaciuto molto
Racconto di periferia Americana, lontana dai bagliori e dalle stelle delle grandi città, molto simile per vicende e personaggi ai piccoli paesi presenti anche da noi. Malinconico a tratti struggente, emblematico per disillusioni e aspirazioni mancate senza possibilità di riscatto. Da leggere assolutamente.
Recensioni
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Meno noto ai più, il nome di Larry McMurtry è salito alla ribalta nel 2006 quando lo scrittore americano ha vinto Oscar e Golden Globe per la sceneggiatura di Brokeback Mountain. Finora in Italia i suoi libri avevano fatto la loro sporadica comparsa lungo gli anni ottanta e gli anni novanta senza suscitare particolare clamore, spesso confusi in collane non appropriate o pubblicati sull'onda dell'uscita di un film. Più di un romanzo di McMurtry, infatti, è stato riadattato per il cinema, da Horseman, Pass By che nelle sale diventò Hud il selvaggio a Terms of Endearment (meglio conosciuto come Voglia di tenerezza). Non fa eccezione L'ultimo spettacolo, che nel 1971 diventò un film di Peter Bogdanovich, e che la Mattioli 1885 rimette provvidenzialmente in circolazione.
Il romanzo è ambientato in Texas negli anni cinquanta e si regge su una trama piuttosto esile. Sonny è all'ultimo anno delle superiori e divide le sue giornate fra le partite di football e qualche lavoretto. A Thalia tutto sembra sonnecchiare, perennemente immobile. C'è il vecchio cinema, la sala da biliardo gestita da Sam the lion, la tavola calda aperta anche di notte e poco altro. Sonny sta con Charline più per noia che per amore mentre desidera segretamente Jacy, la ragazza più bella della città che esce invece con Duane, il suo migliore amico. In un Texas in cui il vecchio west è un ricordo ma sembra comunque non essere cambiato nulla, basta poco per movimentare la situazione.
McMurtry possiede infatti il raro dono di creare un potenziale intreccio narrativo servendosi di pochi, studiati ingredienti, che maturano per gradi, senza aver bisogno di chissà quali colpi di scena. E lo fa da consumato storyteller privo però di quell'autocompiacimento che zavorra la narrazione. Abbiamo allora Jacy, rampolla di una famiglia bene che usa l'amore per dimostrare qualcosa agli altri prima ancora che a se stessa. Oppure la non più giovane (e insoddisfatta) moglie del coach della squadra di football che cerca un'ancora di salvataggio in Sonny, il quale dal canto suo sembra quasi essere spettatore della sua stessa vita. Sullo sfondo di rapporti umani che si sfilacciano e s'intrecciano fra loro, a Sonny e a Duane basta un breve salto oltre la frontiera, in Messico, fra prostitute e qualche bicchiere di troppo, per immortalare l'ultima scena di un'amicizia che dopo non sarà più la stessa. Al loro ritorno le cose cominceranno a precipitare e a rivelarsi in tutta la loro crudezza. Sam the lion, a cui Sonny era molto affezionato, muore, i due amici litigano a causa di Jacy e nella colluttazione Sonny perde parte della vista da un occhio. L'immagine finale del cinema che chiude i battenti è lo specchio fedele di una provincia chiusa in se stessa, una condizione inestricabile sia per chi resta (Sonny) sia per chi parte (Duane). Romanzo di formazione sui generis, L'ultimo spettacolo riporta alla luce uno scrittore da riscoprire assolutamente, ben superiore a tanti strombazzati giovani romanzieri americani.
Roberto Canella
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