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In attesa del prossimo giro che si annuncia particolarmente importante (molti nuovi paesi membri e il varo di una carta costituzionale europea) forse è bene rinfrescare le nostre cognizioni sull'Europa. Per farlo però non c'è bisogno di recarsi in biblioteca o di cercare affannosamente nella rete basta starsene comodamente seduti in poltrona a leggere questo libro ottimamente curato da Sergio Fabbrini. Frutto dello sforzo di un agguerrito manipolo di specialisti il lavoro passa in rassegna gli istituti e gli organismi che compongono la grande costellazione istituzionale amministrativa e giudiziale dell'Unione Europea. Naturalmente la lettura non è del tutto scorrevole. Ma questo non dipende dalla scarsa capacità espositiva degli autori bensì dall'obiettiva complessità del tema. Basti pensare che l'elenco delle sigle che contrassegnano enti uffici ed agenzie dell'Ue copre tre pagine di stampa. Nonostante la mole poi il volume ha un intento sostanzialmente descrittivo: vuole chiarire come è fatta e cosa è l'Unione. Tant'è vero che un altro testo curato di recente dallo stesso studioso (L'Unione Europea. Le politiche pubbliche Laterza 2002) si occupa di valutare il funzionamento dell'Unione. L'approccio scelto da Fabbrini parte appunto dalla realtà dell'Unione considerata come un sistema politico sovranazionale e non come un'organizzazione internazionale. Su questa linea interpretativa si collocano anche i vari contributi dove si dà largo spazio alle istituzioni formali come il Parlamento la Commissione la Corte di giustizia; ma altrettanta attenzione è rivolta alle istituzioni di fatto o informali come i partiti politici le lobby il Comitato delle regioni (che per quanto ufficiale è anch'esso espressione di una politica lobbistica). Le conclusioni di Yves Mény poi investono gli scenari prossimi venturi e le difficoltà che la Convenzione presieduta da Giscard d'Estaing dovrà superare per rafforzare l'Unione e mantenere desta "la speranza di una democrazia post-nazionale".
Maurizio Griffo
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