L' uomo che andava al cinema

esordio nel genere del romanzo di Walker Percy, ancorché tardivo vista l'età dell'autore all'epoca, rappresenta comunque una storia convincente, in cui si rintracciato alcuni dei temi ricorrenti nella sua opera, con un certo grado di richiamo all'esistenzialismo di Sartre e Camus.

Piccolo gioiello ahimè sconosciuto ai più. Una storia apparentemente semplice ma che, a una lettura attenta, cela una profondità non comune.

Classico caso di tesoro sepolto (dalla sabbia del tempo: è del 1960)... Romanzo raffinato, colto (è pieno di rimandi e citazioni non esplicitate a classici della letteratura mondiale, ...e chissà quante me ne sono sfuggite), profondo nel trattare con la tipica e solo apparente noncuranza yankee tematiche importanti (le solite degli ultimi due/tremila anni di letteratura, ovvio: che direzione dare alla propria vita? Ha senso la parola "amore"? Che significa? e via così) collocate su uno scenario accattivante (un sud americano che più sud non si può); bella anche la ricostruzione di un certo milieu alto borghese, forse alla fine dei suoi giorni, nel contesto della Louisiana fine anni '50, così come le descrizione del paesaggio. Inevitabile il confronto con i grandi che hanno messo al centro delle loro opere questa parte di mondo (Faulkner, F. O'Connor su tutti) e il buon Percy non sfigura di certo, almeno a tratti. Indimenticabile la figura della cugina "disturbata" dell'io narrante, Kate. ...resta da chiedersi perché gli editori buttino soldi, tempo e consumino carta per stampare romanzetti di presunti scrittori contemporanei, che nessuna traccia di sé lasceranno in un batter di ciglia, piuttosto che recuperare opere come questa. Mah, comunque questo libro è ancora reperibile e non fatevelo sfuggire; vale la pena.