Spesso si guarda la televisione non per soddisfare un reale interesse, per vedere un determinato programma, ma semplicemente per colmare un vuoto che cerchiamo di riempire con "quello che c'è". E così che il piccolo schermo si impadronisce di noi. In questo saggio il filosofo Stefano Zecchi analizza la fenomenologia di alcuni programmi emblematici della televisione degli ultimi decenni e denuncia implacabilmente sia la deriva del reality show, sia il sottrarsi di tanti colleghi al ruolo di "intellettuale nazionalpopolare", a un'etica "della responsabilità", che dovrebbe indurre tutti a preoccuparsi delle conseguenze talvolta nefaste che può avere la Tv sui telespettatori, soprattutto i più giovani. )
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