L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E se il domani descritto da Longo fosse gà qui? Per quanto mi riguarda farò fatica a togliermi di dosso questo romanzo; non semplice sintetizzare la girandola d'emozioni che l'uomo verticale (a proposito: quanti ne sono rimasti?) ha lasciato in me. Il dolore, prima di tutto. Ma c'è un'immagine che mi tormenta, anche in positivo: dove può arrivare l'amore di un padre per la propria figlia? alegar
Davide Longo è una pallida, triste imitazione di Beppe Fenoglio (nello stile) e di Cormac McCarthy (nell' intreccio), con qualche venatura hemingwayana nei temi (e giusto per darsi un tono). Il guaio è che Longo scambia l' aridità per sobrietà, e la povertà di linguaggio per asciuttezza stilistica. Il risultato è disastroso: trionfo della paratassi, i suoi libri sembrano dispacci usciti dritti dritti dall' epoca del telegrafo. "L' uomo verticale" ne è in un certo senso l' epitome, ed è ridicolo che si sia tirato in ballo "La strada" di McCarthy, con cui ha in comune solo lo sfondo apocalittico (per di più condito, nel caso di Longo, da banali tavolozze scenografiche e siparietti talmente di maniera da risultare offensivi per il lettore). La domanda è: che farsene di una versione malriuscita di Fenoglio, quando c'è Fenoglio (che pure non è il migliore tra gli scrittori italiani della sua generazione)? Con tutta evidenza, l' autore vive di riflesso la materia che tratta (l'ha presa solo dai libri, mai dalla vita): si parla di dolore, e si sente che sotto non ce n'è alcuno; si fa un' elegia dell' esperienza, e se ne desume che l' autore o non ne ha avute di autentiche, o non ne ha saputo articolare senso e significato - altrimenti non ne scriverebbe così male. Insomma, è letteratura di consumo che pretende di parlare delle "cose", di far parlare le "cose" attraverso le parole; solo che le cose non hanno conosciuto lo scrivente, e viceversa. Longo dovrebbe leggere e meditare quanto scrive Karl Kraus: "Ci sono due specie di scrittori. Quelli che lo sono, e quelli che non lo sono. Nei primi forma e contenuto stanno insieme come anima e corpo, negli altri forma e contenuto vanno insieme come corpo e vestito". Sembra scritto apposta per lui. La storia - forse addirittura la cronaca - inghiottirà presto tutti questi narratori di terz' ordine, loro e tutte le velleità artistiche che si trascinano dietro, come i cicisbei le nobildonne.
Un romanzo bellissimo, praticamente eccellente, che meriterebbe di essere conosciuto infinitamente di più. Non bastano alcune - poche - eccessive lunghezze e alcune metafore non riuscitissime per compromettere un libro apocalittico di enorme qualità che si fa seguire dall'inizio alla fine. La mente corre - come filone - al celebre, eccellente 'La strada' di Mc Carthy: ebbene, nel ricordo, è talmente bello il libro di Davide Longo che arrivo sistematicamente a confonderli.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore