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Il titolo andrebbe cambiato. Nelle cento e passa pagine di questo libretto l'autore, teologo presso la Metropoli Ortodossa d'Italia, si concentra sul culto cristiano legato a questo o a quel 'protettore' collegandolo con gli eventi che a tal venerazione davano luogo. La questione della scelta, o del cambio, del santo patrono partiva innanzitutto da motivi interni alla Chiesa. E' il caso del furto dei resti di San Marco Evangelista da Alessandria d'Egitto in mano musulmana: oltreche alla presunta predicazione di Marco che rese Aquileia cristiana, la trafugazione va inserita nel contesto di una contesa contro Grado. Ma le spoglie dell'Evangelista furono determinanti per l'ascesa dell'elite della citta' lagunare. Per il popolo, cosi' come per gli ecclesiastici, solo un forte patrono unito alle preghiere poteva far da garante in battaglia: la sconfitta veniva infatti interpretata come una punizione divina del peccato. Questa convinzione oggi suona giustamente ridicola e ignorante, ma per secoli e' stata parte integrante della pianificazione di qualsiasi controffensiva. In questo contesto le reliquie assumevano poteri miracolosi dei quali apparentemente pochi si curavano di dubitare. C'e' anche spazio per eventi quali la guerra di Candia, una disfatta causata innanzitutto dall'irresponsabile condotta antiortodossa di Venezia nell'isola di Creta. Breve ma utile la descrizione delle scuole veneziane degli Albanesi e dei Greci (XV sec), che non erano istituti di studio o ricerca bensi' confraternite di devozione i cui membri sottostavano a obblighi di natura sia religiosa sia secolare. Per chiudere, solo gli specialisti leggeranno e discuteranno questo libro. Che presenta diversi problemi: poche foto per un libello striminzito e scritto ben largo ma che costa 16 euro, e poi cosa vogliamo dire della bibliografia? Ampia e con vari capolavori, ma c'e' troppo latino e troppo poco francese e niente inglese, turco e arabo.
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