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Sebbene in questi anni si sia scritto e detto molto intorno al Sessantotto e ai movimenti che l'hanno caratterizzato nei paesi occidentali, si sa ancora poco, al di là della Primavera di Praga (tristemente nota soprattutto per gli esiti drammatici), su analoghe manifestazioni di protesta giovanile nell'Europa dell'Est. Il volumetto di Giachetti cerca di ovviare a queste lacune mostrando similitudini e differenze tra le tendenze giovanili nei paesi dei due blocchi contrapposti. Largo spazio in questa cornice viene lasciato all'influenza della musica rock e beat e alla diffusione di mode e costumi, che sembravano unire quasi globalmente una generazione a partire dagli anni cinquanta fino all'esplosione della "beatlemania" e ai primi settanta. Se però nel mondo occidentale queste prime embrionali proteste giovanili avevano spesso portato a una esplicita critica politica, non altrettanto avvenne in tutti i paesi del blocco socialista. Accadde così che nella Rdt, in Urss, in Bulgaria, Romania e Ungheria si ebbe quello che l'autore definisce come un "sessantotto mancato", vivace nelle sue manifestazioni musicali e modaiole, ma privo di sbocchi politici. Altrove, invece (in Cecoslovacchia, Polonia e Jugoslavia), la protesta giovanile assunse una chiara connotazione di critica al sistema che, pur non rigettando gli ideali socialisti, rivendicava maggiori libertà e democrazia. Non bisogna però avverte Giachetti fin dall'introduzione cadere vittime di facili parallelismi tra le vicende politiche di quegli anni e il crollo del sistema sovietico, poiché i movimenti sessantotteschi dell'Europa orientale erano privi di quei tratti filocapitalistici tipici invece degli eventi più recenti e, in seguito alla dura repressione delle autorità, essi scomparvero lasciando le giovani generazioni di quei paesi prive di speranza e di spirito combattivo. Francesco Regalzi
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