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Non male. Programmaticamente si sceglie la riflessione e la contemplazione, più che la narrazione (di fatto si accalcano, sommariamente elencati – un po’ alla Irving? – più eventi e avvenimenti nell’ultima sezione, “così sia”, che in tutto il resto del libro), e la scrittura di Wolff è un mare piuttosto calmo e limpido, con sotto sporadiche forme di vita che si agitano. A volte, guardandoci dentro, se ne presentano di nuove, forse un po’ troppo dal nulla, senza ergersi o caratterizzarsi troppo, ma è un difetto dappoco, considerato tutto. E poi è la vita, si potrebbe aggiungere. Non vedo però molta traccia dell’ironia di cui si parla in quarta di copertina. Del filone “alla Carver”, Wolff ha indubbiamente alcune cose (e si vede anche in “Proprio quella notte”, magari ancor più nettamente visto il genere), ma ha minore capacità di “scolpire” i personaggi. Con Carver, qualsiasi nullità vi balza forte davanti agli occhi, e anche se è di cartapesta vi pare di marmo. Qui, alla fine, chi vi è rimasto dentro? Tutti e nessuno, nemmeno il protagonista, forse. Dwight? No. Gli amici? forse qualcuno, ma niente di che. La madre, poi, sarebbe quello che le oggi tanto in voga Agenzie Letterarie (!) vi criticherebbero come un “personaggio non risolto”: un carattere e una impostazione all’inizio, un carattere e una impostazione alla fine, passando da troppi insicuri tentennamenti (intendiamoci: avrebbero alcune ragioni, nel caso - c'è un po' troppo vento, intorno a quel personaggio!). Ma ci sono le riflessioni, un po’ lucide, un po’ liriche, un po’ statiche e ossessive, di Jack-Toby. E l’ultima (le ultime due pagine del libro) è la perla finale, che innalza tutto, magari a un punto in più…
davvero bello..ironico cinico e allo stesso tempo commovente. Scritto in modo scorrevole ma pungente! LEGGETELO!
Che bel libro di Tobias Wolff, questo. Letti l'anno passato (dopo aver ascoltato l'autore al festival della letteratura in uno splendido confronto di memorie con McEwan) Il colpevole dal quale avevo tratta una tristezza non costruttiva e Proprio quella notte (da questo una malinconia che non mi aveva lasciato granche') non dico non avessi granche' interesse ma quasi. Invece, struggimento preso e trovato, dal raccontare gli anni di gioventu' di piccola provincia, l'intenso rapporto con la madre, l'attaccamento al fratello maggiore perso causa circostanze di vita, quel guaio di relazione con il padrigno, gli splendidi (a leggere) rapporti con gli amici con quelle insicurezze e sbruffonerie dell'eta' in crescita.
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