Il vicolo blu

Ultima opera scritta da un ragazzino di 80 anni, un grande scrittore, pochi come Bonaviri hanno saputo descrivere in modo poetico, l'intima magia degli aspri paesaggi naturali. Romanzo che rimanda al libro d'esordio dello scrittore siciliano, Il sarto della stradalunga, come a voler chiudere un cerchio letterario ed esistenziale. Opera che mi ha commosso profondamente, un vero e proprio viaggio iniziatico di una famiglia siciliana che con carretto e asinello si trasferisce in un casolare nelle selvagge alture della Sicilia orientale. Lo sguardo stupito, colmo di meraviglia, struggente e profondissimo dei bambini che contemplano la Natura, penetrando istintivamente dentro i suoi segreti, Azzardo un temerario accostamento letterario, Bonaviri è stato uno dei pochi autori italiani del secondo '900 che più mi ha fatto ricordare i racconti, per poetica, filosofia, spiritualità e pensiero, del mio amatissimo Algernon Blackwood, ma a quanto pare, nessuno se n'è accorto, dato che il nostro Giuseppe Bonaviri non è mai stato uno scrittore di genere.

Ho già recensito altri libri di Bonaviri, per questo riprendo due concetti dei lettori qui presenti: geniale e poetico. Non mi sento di aggiungere altro.

Poetica rassegna di strade di paese e contrade di campagne immerse nella variegata natura delle stagioni. Figure umane e paesaggi naturali osservati e trasfigurati dalle tipiche fantasie giovanili. Un grande affresco, quasi fiabesco, del mondo contadino di molteplici decenni del secolo scorso in cui molti adulti di oggi affondano le loro radici.