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Vie di memoria-Streets of memory
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Jorge Luis Borges diceva che "Noi siamo la nostra memoria, siamo questo museo chimerico di forme incostanti". "Vie di Memoria", realizzato da Gianluigi Colin e curato da Moreno Gentili, non è altro che il sorprendente censimento di questo universo di forme, ricostruito attraverso performance in numerose città: da Milano a Napoli, da Roma a Buenos Aires. Foto, documenti, lettere, e altri piccoli frammenti della sfera affettiva (ma anche memorie nascoste negli spazi immateriali della Grande Rete) sono trasformati, con il linguaggio della Copy art, da intimi simulacri di emozioni in altrettante nuove straordinarie icone.
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Pagine:
240 p., ill.
EAN:
9788881584284
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Sten
09 febbraio 2004
"The difference is power" recitava una pubblicità esibendo la foto di una tigre accanto ad un gattino. L'arte di Gianluigi Colin è, da un punto di vista meramente tecnico, tra le più facili ed accessibili. Da quando esiste l'Adobe Photoshop (tm) la possibilità di sovrapporre immagini, regolando le relative trasparenze, gli effetti di fusione, sfumatura ecc. è arrivata alla portata di decine e decine di migliaia di "artisti". Se le immagini di partenza sono già di per sé abbastanza significative e "simboliche", l'effetto è garantito. L'introduzione poi, di una piccola dose di "rumore", per "sporcare" l'immagine, dandogli un'aria vissuta, tormentata ed esistenziale fa parte delle scaltrezze minime che ogni artista visuale impara immediatamente. Il problema di questa arte facile è naturalmente l'inflazione che essa può produrre: davvero tutte le immagini così prodotte hanno qualcosa di intrigante, qualcosa che si presta alle più svariate proiezioni: immessa nel giusto contesto (allestimenti sfarzosi, pubblicazioni lussuose) può conseguire risultati decisamente spettacolari. In assenza di "criteri di giudizio" condivisi, che possano stabilire una qualunque metrica sensata all'interno di questa offerta virtualmente sterminata (una persona può produrre decine di queste immagini ogni giorno - anche centinaia, se si ammettono le infinite varianti che si possono conseguire attraverso la sola applicazione di un filtro interessante) c'è da chiedersi come si strutturerà questa offerta, chi ne prenderà la testa, chi ne monetizzerà il merito. Gianluigi Colin rappresenta una eclatante risposta a questo quesito: non ne prenderà certo la testa l'oscuro grafico confinato su Internet, quello che è capace di padroneggiare Photoshop in maniera tale da destare l'ammirazione generale dei suoi colleghi-concorrenti (un Piero Desopo, tanto per fare un nome). A diventare celebri non saranno di sicuro le composizioni più originali e raffinate, ma bensì le opere grossolane, di "livello zero", di un Gianluigi Colin. Perché quest'ultimo è Art
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