Compositrice russa. Conclusi gli studi di composizione a Mosca (1953), dopo primi lavori tonali giunse verso il 1965 al serialismo (5 Studi per contrabbasso, arpa e percussione). Nella cantata Notte a Menfi (1969) per mezzosoprano, coro maschile e orchestra da camera, su testi egizi tradotti da Anna Achmatova, emerge una tensione tra lirismo e tecnica seriale destinata ad aprire la strada a procedimenti compositivi più liberi ed espressivi; nello stesso anno, in Rubaijat per baritono e orchestra, su testi di O. Khayam, affiorano i temi esistenziali della sua poetica: il rapporto con Dio, la fede, il problema della vita e della morte. Negli anni '70, in un periodo di isolamento politico e artistico, frequentò con Schnittke e Denisov lo studio elettronico del Museo Skrjabin e nel 1975 fondò il gruppo «Astreja» per far rivivere l'antico folclore musicale russo. Intanto i suoi lavori andavano assumendo connotazioni religiose nella linea di Messiaen: i temi della gioia e della croce emergono in un complesso simbolismo strumentale in In croce (1979) per violoncello e organo, Jubilatio (1979) e Sette parole (1982) per violoncello, fisarmonica e archi. L'essenza del sacro come unità cosmica che si manifesta nell'arte è il filo conduttore spirituale delle opere scritte dagli anni '80, a cui la compositrice deve il successo internazionale: Stimmen... Verstummen (1986), Quartetto n. 2 e 3 (1987); un ciclo di concerti per strumento solo e orchestra (1980-96), fra cui Introitus per pianoforte, Offertorium per violino.