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Isherwood mi piace moltissimo perché nessun altro scrittore riesce a rendere quanto lui l'atmosfera ottusamente frivola e superficiale che precede l'irrompere del nazismo negli anni '30: i segnali ci sono già tutti, sono evidenti e palpabili ma la maggior parte degli europei sottovalutano il pericolo e, come struzzi, nascondono la testa in cerca di distrazioni. Più profondo di quanto possa sembrare, per il contrasto tra l'anacronismo e la fatuità del film che Isherwood è chiamato a sceneggiare ("La Violetta del Prater", appunto) e gli inquietanti segnali che arrivano dal contesto reale (siamo a Londra nel 1938)e che non tutti gli inglesi sanno o possono o vogliono ancora leggere come anticipazioni di una guerra mondiale incombente. Molto bello il personaggio del regista Friedrich Bergmann (l'unico che, in quanto ebreo e tedesco ha chiara la visione della catastrofe verso cui si sta andando), ispirato al regista tedesco Berthold Viertel con cui Isherwood aveva lavorato nel 1935. Libro consigliato.
Utilizzato per un esame universitario di letteratura e spettacolo. Il libro racconta l’ambiente del mondo del cinema. Consigliato
"la violetta del Prater" è il titolo di un film musicale che un produttore vorrebbe realizzare negli studi di Londra nel 1933/4 con un regista austriaco bizzarro per non dire pazzoide, uno sceneggiatore che è il doppio di Isherwood stesso e deve cercare di dare una sistemata ad una storia evanescente con personaggi improbabili(una fioraia e un principe in incognito).Il mondo del cinema visto da dentro con le sue nevrosi e assurdità è un quadro divertito e divertente, i dialoghi leggeri sono tanto leggeri da essere inconsistenti come ha sottolineato G.Manganelli nella postfazione.Il contrasto fra futilità del film e follia hitleriana di cui il regista prevede le nefandezze accentua il senso di irrealtà.
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