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Recensioni Le violette dell'imperatore

Le violette dell'imperatore di Maura Garofoli
Recensioni: 5/5
I protagonisti, Toni e Tilde, si conoscono per caso a Gorizia nel febbraio 1915. Lei è una bella ragazza, istruita e determinata. Lui è un giovane semplice, abbandonato alla nascita ma con un carattere solare e curioso. Lascia l’Italia e la nativa Meolo per cercare lavoro nella ricca, asburgica Gorizia, una delle poche città al mondo che per la sua storia e la sua collocazione geografica può vantare una triplice denominazione: Gorizia-Gorica-Görz. Qui diventa il braccio destro del padrone di una rinomata fabbrica di dolciumi e matura una profonda conoscenza nell’industria dolciaria che lo porterà a diventare “industriale” e a riscattarsi dal marchio infamante di figlio di NN. Toni e Tilde si incontrano e si amano con l’immediatezza e la disperazione di chi vuole dimenticare che la guerra incombe ma la Grande Guerra li separerà brutalmente gettando lei e la sua famiglia, profughi, nel lager di Pottendorf in Austria e lui, arruolato nell’esercito dell’Italia cui ha fatto ritorno, a combattere contro gli austriaci nelle tragiche 12 battaglie dell’Isonzo che hanno inciso il nome di Gorizia a caratteri di sangue nella storia italiana. Finita la guerra, Toni e Tilde si ritrovano tra le macerie di una città distrutta e tra quelle altrettanto terribili di un’epoca che si è sgretolata. L’Impero austro-ungarico è crollato, i goriziani che hanno combattuto come sudditi dell’aquila bicipite stentano a riconoscersi in un’Italia che non li rappresenta, mentre la componente slava della popolazione rivendica l’appartenenza di Gorizia e del Friuli alla nuova Jugoslavia. Spinti dalla voglia di ricominciare, i due giovani si sposano. Lui è ancora perdutamente innamorato, lei è incerta ma accetta nell’illusione che il matrimonio possa trasformare l’affetto in amore. Non sarà così, e quando Tilde, moglie e madre di due bambine, riconoscerà in Guido l’amore vero, non esiterà a volerlo vivere fino in fondo, sola contro tutti.)
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