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Visioni proibite. I film vietati dalla censura italiana (1947-1968)
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Visioni proibite. I film vietati dalla censura italiana (1947-1968)
Grazie ai documenti originali e ad altre fonti d'epoca, spesso inedite, "Visioni proibite" ricostruisce in modo sistematico le vicissitudini di centinaia di pellicole cui fu negato il nulla osta della censura. Sono stati vittime di questa normativa (per altro mai abrogata) film di Steno e Monicelli, Ophüls, Buñuel, Ferreri, Chabrol, Waters e Fassbinder, ma anche pellicole sovietiche di propaganda, documentari esotici, commedie licenziose, horror di serie B, bassa pornografia. Spaziando dagli anni in cui Giulio Andreotti fu a capo della censura al '68, dal diluvio di pornografia della fine degli anni '70 a casi celebri quali "Querelle" e "Totò che visse due volte", i due volumi che compongono l'opera presentano uno spaccato storico, politico e sociale di un Paese in cui i mutamenti epocali del costume erano accolti con malcelato fastidio e dove a occasionali slanci progressisti facevano seguito ricadute oscurantiste. Questo primo volume, che arriva fino allo "spartiacque" del '68, è diviso in due sezioni, una di taglio storiografico, l'altra invece costituita dalle schede dettagliate di tutte le pellicole bocciate (con l'indicazione puntuale dei tagli effettuati e delle altre manipolazioni imposte dai censori). Prefazione di Carlo Lizzani.
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In commercio dal:
30 aprile 2014
Pagine:
583 p., ill. , Brossura
EAN:
9788867082612
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Nannu Lele
30 maggio 2014
Un gigantesco lavoro di ricerca affidato a materiale originale e fonti d'epoca, ha permesso a Roberto Curti e Alessio Di Rocco di dar vita a un libro fondamentale per indagare l'agghiacciante storia della censura italiana e di quei film proibiti nel nostro Paese. A causa di decaloghi impolverati, discutibili articoli e decreti, assistiamo a un massacro di pellicole talvolta assolutamente innocue, altre volte lesive dei principi etici o forse solo avanti rispetto a un sistema fortemente arretrato. Già autore di poderosi saggi critici che indagano il cinema di genere nei suoi aspetti strutturali e significativi (vedi il necessario "Italia odia" del 2005, sul cinema poliziesco italiano), Curti è di per se garanzia assoluta di qualità e competenza. Qui nel lavoro a quattro mani con Di Rocco si indagano tutti quei titoli bocciati dalle commissioni italiane sia in prima istanza che in appello, che per tal motivo sono rimasti inediti o sono stati approvati successivamente con notevoli e talvolta incredibili rimaneggiamenti. Appassionante e allo stesso tempo inquietante per il lettore scorgere le talvolta assurde motivazioni che stanno dietro alla bocciatura di un'opera. Film belli, brutti, importanti o infimi non importa. La censura italiana ha colpito tutti e lo ha fatto con armi desuete e irregolari. Il primo volume esamina accuratamente il periodo 1947-1968 (uscirà un seconda parte dal 1969 a oggi) ed è a sua volta suddiviso in due parti. La prima è una trattazione storica sugli avvicendamenti delle commissioni esaminatrici in rapporto al contesto storico-sociale. La seconda è invece organizzata a schede con tutti i casi registrati sotto la voce "respinto". Film per film, con tanto di scheda tecnica e sinossi, la scelta si rivela felicissima per agevolare la lettura di ogni singolo dettaglio (tagli, sostituzioni di dialoghi, alleggerimenti vari), rendendolo anche un manuale per l'immediata e agile consultazione. Prefazione d'eccezione a firma Carlo Lizzani. Da avere.
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