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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2015
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Mackenzie è un grande: uno dei pochi che la vita se la sono veramente bevuta tutta d’un fiato, senza mai arretrare o fermarsi di fronte alle prime difficoltà che in essa si possono incontrare. Sono molti gli autori moderni che, per certi versi, gli dovrebbero essere in qualche modo debitori da un punto di vista prettamente creativo. Una scrittura che sembra giungere ai lettori tutta di getto, ricca di inventiva, dettagliata e profonda, oltre che d’immediata comprensione. Tipici i suoi racconti con, come protagoniste principali, eroine moderne coinvolte in un percorso di emancipazione tanto faticoso quanto estenuante, sebbene ammorbidito sempre dal forte contributo d’uno humor tipicamente britannico. E quella del gatto a cui viene data l’omelette indigesta (in questo stesso libro) e che poi si sente male, come a confutarne l’indigeribilità, è un esercizio di tipico humor Mackenziano. Anche qui si assiste alla vita ed alle avventure, con quest’ultime decisamente picaresche, d'una giovane ragazza irrequieta che si trova ad esistere a cavallo degli anni che stanno fra 800’ e 900’. Dove i continui richiami all’asino d’oro di Apuleio la dicono lunga sui tanti spunti e, probabilmente, sull’origine primigenia dell’intero racconto. La protagonista è un uragano di carattere che, sola ed abbandonata, contando unicamente sulle proprie forze, alla fine sembra spuntarla su tutto e tutti; imponendo in prima battuta se stessa a se medesima. Indipendentemente da come la si voglia vedere: uno spassionato omaggio alle donne ed alla loro capacità di saper meglio “aggredire” la vita. C.Matar
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